Ci sono i primi due simboli delle liste che appoggeranno Pierluigi Gilli nella corsa alla poltrona di sindaco di Saronno alle prossime elezioni comunali di settembre.

Sono una civica che si chiama “Con Saronno” e una più politica che ha nel logo i simboli (in ordine alfabetico) di Azione, +Europa e Italia Viva, oltre a Unione Italiana, la formazione di Gianfranco Librandi con cui Gilli era stato candidato 5 anni fa. Sono anche stati annunciati sui social due incontri con “pezzi da novanta”, Renzi e Calenda, a Saronno rispettivamente il 9 e il 16 settembre per presentare i loro libri e dare sostegno a Gilli per la campagna elettorale a quell’epoca agli sgoccioli.

I loghi e i primi nomi dei candidati verranno presentati ufficialmente il prossimo martedì 21 luglio alle 18 nella sede elettorale in pieno centro a Saronno, in fase di allestimento in questi giorni. Potrebbe anche esserci un terzo gruppo a sostegno della candidatura del 64enne ex sindaco per due mandati, dal 1999 al 2009, ma è un’ipotesi in divenire: «Non ci sono certezze e le cose mi piace farle bene, quindi se ci sarà un terzo logo lo comunicheremo a tempo debito – spiega Gilli -. Ci sono parecchie persone che mi hanno avvicinato chiedendo di partecipare, tanti giovani, saronnesi decisi a dare una mano per il bene della città e con la volontà di mettersi in gioco. Provengono da diverse estrazioni e hanno diverse idee politiche, l’importante per tutti è che Saronno torni alla normalità. Questo è il motto che ripeto dal momento nel quale ho deciso di candidarmi: tornare ad una vita normale, ad un modo di amministrare normale, ad una città normale, sicura, tranquilla, pulita».

«Chi sarà eletto sindaco dovrà affrontare un periodo complicato, soprattutto sul fronte economico. Io penso di avere maturato un po’ di esperienza e sono anche motivato a trasmettere ai più giovani le motivazioni e le conoscenze per amministrare la città. Se sarò eletto, avrò 5 anni per formare un gruppo e prepararlo, è un mio obiettivo, non sono solo parole al vento – prosegue Gilli -. Quello che si potrà o non potrà fare, lo scopriremo solo con l’evolversi della situazione. Fare il minimo per tutti è il primo obiettivo, poi vedremo cosa darà l’Europa. I soldi promessi che dovranno arrivare spero vengano destinati agli enti locali, che sanno come spenderli, e non lasciati a Roma col rischio che debbano essere restituiti».