Nei mesi di emergenza sanitaria, i parenti delle persone ricoverate nella casa di riposo intercomunale Focris di Saronno hanno collaborato con la dirigenza della struttura in diversi modi, donando strumenti di protezione personale come mascherine, guanti e camici, portando tulipani, organizzando raccolte fondi. Tutto nell’ottica di una collaborazione che gli stessi parenti considerano chiave per il buon funzionamento della struttura che può ospitare fino a 108 persone.

Tra chi si è dato maggiormente da fare in questi mesi c’è Teresio Chiodini, una vita a gestire edicole nel Milanese e una moglie ricoverata in Focris da 6 anni. Nell’ultima comunicazione, la struttura ha fatto sapere ai parenti quali saranno le modalità per gestire le visite: prenotazioni orarie, ingresso scaglionato e visite stesse che saranno svolte senza contatto diretto, ma attraverso una barriera di vetro per tutelare ospiti, personale sanitario e parenti (modalità che ha creato un po’ di tensioni lo scorso sabato 28 giugno). In altre case di riposo del territorio sono stati scelti sistemi diversi, con visite all’aperto e contatti permessi, rispettando tutte le precauzioni che strutture del genere richiedono.

«Dopo l’emergenza, ora bisogna pensare alla ripresa. Noi pensiamo di essere parte attiva della vita interna della rsa e facciamo una proposta che possa essere utile e positiva per tutti – spiega Chiodini in una lettera che ha inviato anche alla direzione sanitaria della Focris -. Ora è importante pensare innanzitutto alla sfera affettiva, dandoci la possibilità di riabbracciare i nostri cari. Non sappiamo quale sia la soluzione giusta per il bene dei nostri cari, ma piuttosto che rimanere inermi vogliamo avanzare proposte da poter discutere nel rispetto delle regole».

Qual è la proposta dei parenti degli ospiti della Focris? «Proponiamo che il parente si presenti alla visita con il proprio caro munito della certificazione che attesti di aver effettuato il tampone ed essere di conseguenza negativo al Covid-19 – si legge nella lettera inviata -. Al momento dell’ingresso in struttura il parente stesso è invitato a sottoporsi a un test sierologico veloce, che possa renderlo idoneo al contatto con il proprio caro. Tutto questo per tutelare il personale, il familiare e anche la figura del medico responsabile. Qualora il parente sia in difficoltà economiche, sarà possibile attingere al fondo istituito per sostenere la spesa per il test sierologico. Vorremmo che la nostra proposta sia vagliata con attenzione. Ho già contattato diversi parenti e già in 35 hanno detto di essere d’accordo con la soluzione proposta, di cui si farebbero carico gli stessi parenti degli ospiti. Un contatto diretto crediamo sia necessario, non basta vedersi attraverso un vetro, dopo mesi di sole videochiamate: ringraziamo gli infermieri e i medici, persone stupende che si sono occupati dei nostri cari, ci mettiamo in gioco proprio perchè apprezziamo il lavoro e la sensibilità che in Focris non sono mai mancate».