A Misinto l’ultimo commosso saluto a Bruno Piuri. La figlia: “Non cancellerò mai il tuo ricordo”
Momenti di grande dolore e cordoglio: nel pomeriggio le esequie e l'ultimo sentito abbraccio di un intero paese a Bruno Piuri, l'uomo ucciso a colpi di pistola dopo una lite con il vicino
Misinto ha salutato per l’ultima volta Bruno Piuri, il 58enne ucciso a colpi di pistola sette giorni fa, dopo una lite con il vicino. Tantissimi i cittadini che nel pomeriggio si sono raccolti per i funerali dell’uomo conosciutissimo in paese, agricoltore e a capo della banda cittadina.
Familiari, amici, conoscenti: una folla impressionante, centinaia e centinaia di persone che hanno riempito piazza Statuto e tutto lo spazio circostante alla parrocchia di San Siro, dove si è svolta la funzione, la cui capienza è stata ridotta nel rispetto delle misure anti contagio.
È stato il saluto di un intero paese e di un’intera comunità, che ha partecipato con dolore a momenti intensi, di lutto e di cordoglio. Presente l’amministrazione comunale e i sindaci del vicinato, le associazioni del territorio, la Protezione Civile locale, la Croce Rossa di Misinto e i corpi musicali dei Comuni limitrofi, insieme alla banda Puccini di Misinto, la sua banda.
«È forte il grido che chiede giustizia, che esprime disappunto. Questioni lecite, ma ora noi siamo qui per dare l’ultimo saluto cristiano a Bruno – le parole del parroco Don Giancarlo Moscatello durante l’omelia -. È importante essere consapevoli che sia un saluto da considerarsi cristiano sin nel profondo, non solo all’apparenza. Cristiano vuol dire di Cristo, di colui che è morto in maniera ingiusta, senza un perché. Oggi dobbiamo metterci sotto quella croce: è l’unico modo per non essere schiacciati.
Cari familiari, amici, conoscenti, solo così se ne potrà uscire. Altrimenti le ferite rimarranno aperte, sanguinanti, e faranno male. E il male genera solo altro male, ti domina e ti distrugge.
Sia fatta luce e verità, sia richiesta giustizia e sia data risposta a tutto, ma non lasciamoci dominare dal male. Non ci sfugga l’occasione di affermare che il bene deve sempre prevalere sul male. Ciò che è successo è un fatto disgraziato, dove Dio è stato estromesso. Dio c’era, c’è sempre, ed era lì a soffrire quando quel fatto si è consumato. Ed è qui anche oggi, per invitarci a guardare le cose come le guarda Lui. Bruno aveva un posto che occupava in chiesa ogni domenica, e quel posto ora è vuoto. Ma è un vuoto che possiamo avvertire perché lui ha vissuto intensamente tutti i luoghi che ha frequentato: la casa, la sua banda, la sua azienda. In quel vuoto noi oggi possiamo ancora rivedere Bruno, come un seme che ha dato il proprio frutto. E io vi invito a guardare e ad imparare da quel seme».
Toccante il saluto della figlia Francesca, commossa e straziata dal dolore: «Hai sempre preferito i gesti alle parole. Eri sempre pronto ad aiutare gli altri, sia a casa che al lavoro. Amavi la tua terra e quel campo di grano rosso che curavi con tanta passione. Qualcuno ti ha portato via, ti ha cancellato, ma io non ti cancellerò mai per quello che sei stato. Sarò orgogliosa di essere sempre tua figlia. Ciao papà».
Toccante anche il ricordo della banda cittadina, che ha salutato Bruno con una lettera a nome di tutti i ragazzi e con un’esibizione che ha accompagnato il trasferimento del feretro fino al cimitero del paese, seguito da una folla numerosissima.
È stato l’ultimo abbraccio a un uomo conosciuto e amato da tutti.
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