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La riforma del mondo delle bocce: via i comitati arrivano i delegati

Con la designazione è finita l'epoca dei presidenti elettivi. Si va verso un maggiore controllo centrale. Ora tocca al comitato di Varese

Bocce varie

Era scritto da tempo che la struttura organizzativa della Federazione sarebbe stata orientata verso la graduale soppressione dei Comitati provinciali in luogo dei quali sarebbero subentrati i delegati con funzioni analoghe ai presidenti, ma non più elettivi, bensì designati. In Lombardia erano scomparsi sette Comitati su 12 e i rimanenti 5Bergamo, Brescia, Lodi, Milano e Varese – avrebbero seguito il medesimo cammino degli altri. Ciò a far data dal 1° settembre 2020. Questa settimana è toccato a Brescia – il 09 giugno in video conference – con la designazione di Roberto Goldani che è stato indicato dalle Società del territorio per acclamazione, dato che il Delegato non viene votato, bensì prescelto e sottoposto al Comitato Regionale, che, in un secondo tempo, procederà alla nomina ufficiale. (nella foto scattata lo scorso anno l’assemblea della Lombardia poco prima dell’inizio)
La prossima settimana sarà la volta di Varese – martedì 16 giugno -, le cui società dovranno pronunciarsi esprimendo la loro fiducia alla probabile candidatura – il termine è improprio poiché non essendovi elezione non si può parlare di candidato – dell’attuale presidente Guido Bianchi, al momento unico ad aver accettato di mettersi in gioco.
Molti tesserati si sono domandati ieri e si domandano oggi, allorché il percorso di abolizione dei Comitati voluto dalla Federazione sarà completato, quale sia l’orizzonte migliorativo della riforma, dato che i delegati non saranno più elettivi, non saranno più denominati presidenti, ma svolgeranno funzioni praticamente analoghe. Di certo c’è un maggior controllo centrale, le designazioni proprio perché tali – dal latino “de signare”, intorno all’assegnazione dell’incarico, quindi incaricare – consentono di selezionare dirigenti che possano fornire una prestazione in linea con l’alto livello qualitativo ipotizzato come funzionale al perfetto svolgimento delle attività.
Perciò sarà il Comitato regionale a nominare, pur tenendo in debita considerazione quanto espresso dalla base. Di certo viene persa la democraticità connessa con l’elezione del gruppo di sei dirigenti che vedevano, accanto al Presidente, tre rappresentanti dei Presidenti di Società, un rappresentante degli Atleti e un rappresentante dei tecnici. Una compagine che riuniva tutte le competenze specifiche, ma soprattutto le diverse anime del mondo dello sport delle bocce, come del resto avviene anche al Coni, dove queste componenti fanno parte integrante del consiglio direttivo. Il sistema aveva, però, un difetto di principio: il presidente che si candidava non poteva proporre la sua squadra e competere con altro o altri candidati a loro volta con il loro gruppo di prescelti: ogni categoria poteva eleggere uno o più consiglieri che avrebbero potuto essere in contrasto con le idee del neo-eletto presidente, con il rischio di creare conflittualità pregiudizievoli al corretto funzionamento del nucleo dirigente.
D’altro canto, facendo la parte del diavolo, bisogna rilevare che il delegato dovrà selezionare un gruppo operativo che permetta, come prima, di far funzionare la macchina organizzativa. Dovrà pescare dei volontari che accettino di darsi da fare e non è detto che sia così facile reperirli. Si può obiettare che anche con il presidente e i consiglieri eletti era praticamente la stessa cosa, nessuno essendo a libro paga, ma occorre un distinguo per i “nuovi volontari”. Un conto è agire in nome di un mandato elettivo, un conto è prendere decisioni, che devono essere avallate dal delegato, ma esporranno chi ne sarà il portatore senza lacuna ufficialità. La sua autorità sarà sicuramente molto, ma molto limitata e potrebbe generare incomprensioni o atteggiamenti supponenti, forieri di fughe dai compiti con crescenti difficoltà di reclutamento.
Varese comunque arriva dopo oltre un anno di sperimentazione in altre provincie che non hanno palesato drammatiche situazioni d’adattamento, per cui si può essere ragionevolmente ottimisti: dal primo settembre, perfezionato il De Profundis Mozartiano di tutti i comitati provinciali lombardi, assisteremo alla nuova era organizzativa, che tutti si augurano sia fonte di sviluppi al massimo livello di positività.

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Pubblicato il 14 Giugno 2020
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