Colombo: “Non potevo rifiutare l’incarico a Como”
L'ex segretario della Cgil varesina è l'uomo chiamato dal regionale a mettere a posto le cose alla Camera del Lavoro di Como
A Varese Umberto Colombo ha trascorso quasi venticinque anni della sua vita da sindacalista, di cui gli ultimi sette da segretario generale della Camera del lavoro. La sua partenza, a dir poco repentina, per guidare la Cgil di Como, ha spiazzato un po’ tutti per tempi e modalità, compresa la candidata in pectore Stefania Filetti che il 22 giugno prossimo, al netto di altri colpi di scena, dovrebbe essere eletta alla guida della Camera del lavoro di Varese.
Giacomo Licata, segretario dimissionario di Como, lascia ufficialmente per «ragioni personali» sulle quali Colombo pronuncia un «no comment» ancora prima di iniziare l’intervista. I due si sono già incontrati, ma il passaggio ufficiale di testimone avverrà lunedì prossimo.
L’avvicendamento avvenuto a Como non è un commissariamento in senso tecnico, ma nei fatti lo è. Umberto Colombo è stato eletto dall’assemblea senza però ottenere l’unanimità. Un risultato che fa presupporre una spaccatura all’interno della Camera del Lavoro comasca. Inoltre, la sua “investitura” arriverebbe direttamente dalla segreteria regionale della Cgil, perché evidentemente non c’erano più le condizioni per arrivare a una candidatura interna.
Colombo, avrebbe potuto rifiutare questo incarico?
«Quando lavoravo in fabbrica alla Franco Tosi facevo il commerciale per il mercato estero. Era un lavoro dinamico che mi piaceva molto. Dopo un’esperienza nel consiglio di fabbrica, mi chiesero di entrare come funzionario nella Cgil e accettai. Da allora la priorità in tutte le mie scelte l’ha avuta l’organizzazione sindacale a cui ho sempre risposto di sì. Se me lo hanno chiesto, vuol dire che c’era una necessità, quindi non potevo rifiutare».
In genere a 60 anni si iniziano a fare i primi bilanci di una vita. Che cosa lascia alle spalle?
«Sono fiero di essere stato un sindacalista in provincia di Varese, un territorio che mi ha dato tanto. Qui ho fatto una grande esperienza sulla qualità della contrattazione e della formazione, nel rapporto con le categorie e nella contrattazione sociale. I miei anni da segretario sono stati anni un po’ duri per via della crisi, ma ampiamente ripagati da una attività sindacale confederale caratterizzata dal dialogo con Cisl e Uil. Insomma, posso dire di aver fatto parte di una grande tradizione sindacale unitaria».
Cosa intende per qualità della contrattazione?
«Che oltre al miglioramento salariale, si è sempre cercato di guardare il lavoro in prospettiva, oltre la contingenza. Questo ha permesso alle aziende della provincia di Varese di innovare per superare la crisi, sapendo di poter contare su lavoratrici e lavoratori in grado di sostenere quella innovazione e sempre nel rispetto delle regole. Lo stesso è avvenuto per la contrattazione sociale dove abbiamo tutelato i più deboli di comune accordo con le istituzioni. Infine, essendo entrati nella Camera di Commercio in rappresentanza del sindacato abbiamo avuto la possibilità di dare il nostro contributo alla progettazione dell’economia del territorio».
Che cosa porterà a Como di tutto questo?
«Le iniziative sui 50 anni dello Statuto dei lavoratori e la battaglia per la carta dei diritti fondamentali mi hanno insegnato che per mettere la parola fine alla precarietà bisogna impegnarsi ancora molto. Ecco perché vorrei continuare quell’esperienza a Como. Ricordo i volantinaggi, la raccolta delle firme, le riunioni con i delegati. Sono due territori molto simili: qui a Como c’è un grande settore manifatturiero, soprattutto nel tessile, e un comparto del turismo molto florido, grazie anche alle presenze straniere. So che questo incarico non sarà facile, ma confido molto nel sostegno della mia segreteria e dei nostri delegati nei luoghi di lavoro. Sono uno snodo fondamentale e senza di loro il sindacato non esisterebbe».
In questa fase che cosa la preoccupa di più?
«La disoccupazione. I tassi sono tornati a crescere a ritmi sostenuti e la situazione potrebbe anche peggiorare . Occorre un confronto serrato con le organizzazioni di rappresentanza delle imprese e con le istituzioni. Però, guardandomi attorno, anche qui a Como si avverte una grande volontà di uscire da questa crisi».
Qual è la prima cosa che farà nella veste ufficiale di segretario della Cgil di Como?
«Parteciperò alla manifestazione a sostegno dei senzatetto».
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