Rsa Sant’Agnese, suor Manuela: “Tutti hanno lavorato per il bene dei nostri ospiti”
Una lunga lettera pubblicata sul sito della Rsa delle suore canossiane Sant'Agnese per ringraziare tutti gli operatori, i medici, le religiose che si sono battututi per sconfiggere il coronavirus
Dopo settimane di comunicazioni dolorose, la casa di riposo Sant’Agnese di Saronno comunica che tutti i tamponi effettuati agli ospiti e agli operatori sono risultati negativi.
Suor Manuela Rubin, coordinatrice del servizio, ha scritto una lunga lettera ai parenti degli ospiti della casa di riposo per ringraziare tutti gli operatori, i medici, gli infermieri, le religiose che nelle settimane di emergenza si sono adoperati per sconfiggere il coronavirus.
LA LETTERA DI SUOR MANUELA
Carissimi, dopo gli ultimi referti dei tamponi negativi e la sanificazione del reparto Immacolata, a tutti viene voglia di esultare e pensare che abbiamo messo alla porta il coronavirus. Sì è così, questo grazie ad un lavoro assiduo, costante e mi permetterei di dire a volte pressante da parte dei medici, infermieri asa/oss e gli addetti dei servizi generali.
Vi invito però a non abbassare la guardia, ad usare scrupolosamente ed in ogni luogo della struttura i DPI, soprattutto le mascherine che devono essere indossate sempre e in modo corretto (bocca e naso devono essere coperti), evitiamo di fare assembramenti nei reparti, non vi devono essere più di due operatori nella stessa stanza degli ospiti, in cucinetta, nel locale dove fate la pausa, mantenendo dove è possibile la distanza dovuta. Manteniamo una certa distanza anche fra le ospiti e mettiamo la mascherina chirurgica alle ospiti che riescono a tollerarla. Inoltre vi ricordo l’importanza di lavarsi le mani prima e dopo ogni pratica assistenziale avete a disposizione soluzioni alcoliche laddove non vi sia la possibilità di lavarsi le mani. È fondamentale anche per i nostri ospiti avere sempre le mani pulite.
Vi chiedo inoltre di non entrare nei reparti con i propri indumenti ma sempre in divisa, ricordandovi di non passare nel reparto Sant’ Angela per accedere allo spogliatoio anche se siete in divisa ma provenite da un altro reparto. Sono piccole cose che possono fare la differenza, vi ricordo che questo virus ha creato tanta sofferenza in struttura e anche ai familiari delle persone decedute a noi affidate. Dopo questa piccola premessa vorrei condividere il vissuto di questi 56 giorni in cui il coronavirus è stato in struttura.
Pensando ai quei giorni mi vengono in mente immagini, i vostri volti, i volti delle ospiti che non ci sono più e ammetto che è stato un periodo duro, dove i sentimenti che ci hanno accompagnato sono stati tanti: paura, tristezza, angoscia, abbiamo vissuto lo scoraggiamento ma abbiamo vissuto anche lo spirito di solidarietà che ci ha resi più uniti, più forti, che ci ha permesso di piangere insieme, di sostenerci vicendevolmente. Ripesando a questi giorni mi viene in mente un’immagine quella di un ingranaggio composto da tante ruote dentate di diversa misura ma se solo una piccolissima ruota non gira l’ingranaggio si blocca. L’ingranaggio a Sant’Agnese non si è bloccato perché ognuno di voi ha fatto fino in fondo e al meglio il suo dovere. Per questo vi dico GRAZIE! Grazie alle dr.sse Bernardinelli, Rizzo, Alberio per la loro dedizione, passione, professionalità, per il loro impegno, sempre disponibili anche quando non erano in servizio: un messaggio, una chiamata hanno sempre trovato una pronta risposta. Oltre a prendersi cura delle ospiti hanno sempre sostenuto gli operatori e le infermiere che in prima linea hanno prestato servizio. Grazie anche alle tante piccole attenzioni avute nei miei confronti.
Grazie alle infermiere, al personale asa/oss per il vostro prezioso lavoro. Mi permetto di dire alle infermiere e al personale che ha lavorato nei reparti dove non c’era il covid, che molto probabilmente si sono sentite trascurate da parte mia, ma che ho sempre apprezzato lo spirito di grande responsabilità e di appartenenza che avete dimostrato nei confronti della struttura. Il vostro lavoro nel tenere fuori dal reparti il coronavirus e il sacrificio nel gestire due reparti o nel fare doppi turni e spezzati è stato molto apprezzato forse poco gratificato verbalmente ma è presente nella mia mente e nel mio cuore. Al personale che ha lavorato nei reparti covid mi vengono in mente volti preoccupati, sguardi intimoriti ma che hanno combattuto fino in fondo, che hanno saputo vivere e far vivere momenti di serenità, che anche in mezzo alla paura hanno saputo donare sorrisi. Vi abbiamo chiesto tanti doppi turni, riposi saltati, soprattutto alle infermiere e qui mi sento di ringraziare anche Sara e Monica.
Permettetemi due parole al personale dell’Immacolata: avete avuto la capacità di far gruppo e di affrontare questa emergenza con senso di responsabilità ma anche con tanta serenità, non ho mai sentito la parola “sono stanca” ma sempre ho sentito dire” ne usciremo fuori, ce la faremo”; brave ci avete insegnato che l’unità fa la forza e che anche le situazioni più difficili possono donarci frutti buoni come la solidarietà che è nata tra voi il vostro sostenervi vicendevolmente, il vostro piangere insieme ci hanno insegnato che da soli non possiamo affrontare le montagne. Grazie ai servizi generali che hanno dovuto intensificare il proprio lavoro per renderci un ambiente sanificato e pulito, grazie per lo spirito di collaborazione che avete dimostrato, mi sono commossa quando ho visto lavare i muri del corridoio, delle stanze; il vostro lavoro ha permesso di far vivere le nostre ospiti in un luogo sicuro. Grazie a Rita per il suo instancabile lavoro in lavanderia. Grazie a Rossella e a Grazia per il lavoro delicato al centralino ma eseguito con precisone e puntualità. Un grazie alle signore della cucina sempre pronte e disponibili a fare piatti iperproteici per gli ospiti covid, per aver collaborato con i reparti e per le piccole ma tante attenzioni nei miei confronti. Grazie a Luciano, l’uomo dei tamponi, il giorno di Pasqua ha rinunciato al pasto pasquale per andare a Milano a prendere i primi tamponi, ha fatto un servizio splendido, sempre pronto, bastava una chiamata e i tamponi giungevano nel laboratorio di Milano, Tradate, Varese. La stessa cosa vale per Daniela che in piena emergenza è sempre andata a portare i prelievi in ospedale, un ringraziamento particolare per aver reso “casa” i due locali dove mi sono traferita.
Un grazie anche ai fisioterapisti e alle educatrici a cui è stato chiesto una presenza ridotta, è stato chiesto di non esserci, so che quando c’è una battaglia ognuno vorrebbe essere presente e dare il suo apporto ma è stato essenziale chiedervi une presenza ridotta perché all’inizio si poteva lavorare solo su due piani era impensabile lasciarvi nei reparti covid e andare poi in quelli non covid, vi avremmo chiesto di essere dei vettori e non era possibile. Ora devo fare un ringraziamento speciale per chi ha lavorato nel nascondimento ma il loro lavoro è stato prezioso e la loro presenza è stata fondamentale per me, GRAZIE a Patrizia, Davide e Antonella per quello che avete fatto, ad ogni ora, in ogni giorno, festa e feriale, voi ci siete sempre. Per loro sono stata un’angoscia una continua richiesta, una dopo l’altra con la pretesa di una risposta veloce e sono sempre stata esaudita. Ringrazio Davide per la continua, faticosa e a volte estenuante ricerca dei DPI, lo ringrazio per le sue battute nell’intento di vedere un sorriso anche nei momento di maggior sconforto, ringrazio Patrizia per tutto il lavoro fatto, per la passione e il coraggio in cui ha affrontato questa emergenza, per il sostegno e la fiducia che ha riposto in me.
Ringrazio Antonella per tutti i lavori un po’ indelicati che le abbiamo chiesto come avvisare tutti i parenti che il covid era in struttura. Permettetemi di dire un grande grazie a Massimo Legnani; lui è stato ogni giorno al mio fianco, a lui ho sempre chiesto di donarmi la forza di affrontare quei giorni, il mio sguardo puntato all’edificio dell’ospedale ripetendo “se combatti tu, combatto anch’io”. Lui è con me ogni giorno anche adesso che non è più tra noi. Infine ma non per ultima un grazie di cuore alla mia comunità, che ho abbandonato ma solo per difenderla. So che loro avrebbero voluto esservi a fianco, potervi sostenere fisicamente mentre a loro è stato chiesto di pregare e pregare tanto e vi assicuro che lo hanno fatto rimanendo ore in chiesa a pregare nella certezza che Dio non abbandona mai i suoi figli.
Grazie anche a loro per i tanti piccoli servizi fatti all’ interno della casa un grazie particolare alle suore che hanno svolto il servizio al centralino dove hanno saputo ascoltare, confortare i parenti delle ospiti. Mi permetto qui di esprimere un pensiero di gratitudine alla superiora della casa, per la sua presenza seppur silenziosa ma molto attenta alle necessità della casa, del personale e delle ospiti. Vi posso assicurare che vi ha portato tutti nel cuore della sua preghiera. Come vedete ogni ruota piccola, grande, nuova o usurata ha fatto il suo servizio con passione, dedizione con un unico fine: il bene dei nostri ospiti.
Con stima e gratitudine, Sr. Manuela Rubin
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