Rotondi (Pd): “Next Generation, sovranisti e populisti sommersi da una pioggia di miliardi”
Contributo di Mauro Rotondi, dell'Assemblea Regionale Pd
Contributo di Mauro Rotondi, dell’Assemblea Regionale Pd
E’ svolta storica l’accordo sul Recovery Fund inserito nel piano Next Generation e approvato dalla Commissione Europea con i 750 miliardi di aiuti annunciati. L’entusiasmo suscitato è tanto, a riprova che con lavoro, negoziazione, competenza, pazienza e presenza costruttiva si possono ottenere importanti risultati.
L’accordo segna un cambiamento epocale ed è il successo di tutti. In primis del Presidente Ursula Von der Leyen e dell’alleanza dei paesi dell’area Mediterranea a guida social democratica, protagonisti da subito nei negoziati. Ma con franchezza, è anche il successo della Germania, decisiva nello spostare gli equilibri. La Cancelliera Angela Merkel, contro una consistente parte dell’opinione pubblica tedesca, ha scelto di passare alla storia per l’Europa come i suoi illustri predecessori Schumann, Adenauer, Kohl portando la Germania austera ed egoista sulla linea della solidarietà.
Il Recovery Fund è anche il Day After di sovranisti e populisti italiani, disarmati e ammutoliti come gli urlatori antieuropei Gianluigi Paragone e Alessandro Di Battista dopo che all’Italia è stata destinata la cifra monstre di 175 miliardi, di cui 82 in sussidi a fondo perduto, inimmaginabile fino a poco fa.
Con questa scelta L’Unione Europea cambia politica e sceglie la solidarietà affermandosi come unica istituzione in grado di pensare risposte adeguate e strategie per il futuro sulla strada per diventare una grande potenza democratica ed economica. Siamo abituati a una politica economica dell’Ue fatta solo di regole, tetti e controlli; ora non spariranno certo, ma a differenza di prima, la politica economica europea avrà risorse e fondi per i Paesi, e se sapremo approfittarne le opportunità non mancheranno. La preoccupazione principale sarà preparare un piano italiano affinché le risorse a disposizione non siano bloccate da procedure estenuanti, da burocrazie inefficienti e da regole tanto pignole quanto inefficaci. E soprattutto non si disperdano in mille rivoli frammentandosi in iniziative irrilevanti e clientelari.
All’approvazione definitiva del piano ora manca solo l’ultimo scoglio, ossia l’approvazione del Consiglio degli Stati il 19 Giugno. Austria, Danimarca, Svezia, Olanda, Ungheria, i cosiddetti paesi frugali, ostacolano la riforma. E’ curioso come cambino i tempi: un tempo l’Olanda insegnava al mondo il calcio totale e la rivoluzione dei costumi, ora insegna rigore ed elusione fiscale. Ma ormai la strada è tracciata, speriamo in bene.
Mauro Rotondi, Assemblea Regionale Pd
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