Banfi: “Perchè a Saronno non si celebra il 2 giugno?”
Nota del consigliere indipendente Francesco Banfi, che riflette sull'imminente Festa della Repubblica Italiana
Per la festa della Repubblica italiana del 2 giugno 2020 il sindaco della Lega Nord – Lega Lombarda per l’indipendenza della Padania fa realizzare un manifesto con tanto di tricolore recante telegrafico messaggio: “In ottemperanza delle disposizioni vigenti adottate a seguito epidemia Coronavirus non vengono effettuate cerimonie”.
In occasione del 25 aprile il programma delle celebrazioni quest’anno diceva che era era forzatamente ridotto ad una deposizione “di corone di alloro, composizione floreale pensile e ciotole di fiori”. Nel settantacinquesimo anniversario purtroppo non c’è stato spazio né per un discorso né per una frasetta di circostanza in ricordo di Agostino Vanelli, primo sindaco di Saronno dopo la Liberazione, e neppure per un minuto di silenzio – e l’ho chiesto – durante il primo consiglio comunale in videoconferenza e lontano dall’aula ad egli dedicata. Non c’era comunque stato un manifesto con cui dire “non celebriamo la festa”. Ne era risultata una celebrazione fatta alla chetichella e di nascosto, priva della presenza di un rappresentante dei Carabinieri a ricordare Salvo d’Acquisto piuttosto che un labaro dell’Anpi: tre persone più il fotografo che tenendosi a debita distanza non avrebbero comunque costituito un assembramento. Senza aver comunicato un orario, l’infiorata è così risultata per dirla tutta un po’ squallida e poco sentita, specie se paragonata alle celebrazioni nei comuni vicini.
Per il 2 giugno proprio tra i comuni vicini c’è chi regala una copia della Costituzione ai cittadini diciottenni e organizza una mostra sulla cancellata del municipio, chi fa videomessaggi, chi dà appuntamento ai cittadini per fare un minuto di silenzio davanti al monumento.
A Saronno invece c’è il manifesto per commentare il quale ti chiedi se dovresti scrivere “il sindaco per l’indipendenza della Padania coglie l’occasione del coronavirus per non celebrare la festa della Repubblica italiana e lo scrive sul manifesto da condividere con gli attivisti del partito”.
Sento tuttavia obbligatorio chiedermi se sia più questione di stile oppure del fatto che si fa sentire, pesante, la mancanza, purtroppo da quasi un anno, di chi tirava per la giacchetta perché nel Tricolore e nella Repubblica ci credeva davvero. Non ci si può dimenticare così velocemente.
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