Univa e Liuc scrivono a De Bortoli: “Il suo sogno è realtà qui in provincia di Varese”
Una lettera per contribuire al dibattito pubblico che si è aperto dopo l’editoriale sul Corriere della Sera nel quale gli imprenditori venivano richiamati ad “una decisa lotta alla povertà educativa”. “L’industria varesina ha dato vita a uno dei più importanti investimenti fatto dagli imprenditori di un territorio nell’alta formazione, che l’Italia abbia mai conosciuto”
“In uno scenario ideale mi piacerebbe vedere una decina di grandi imprenditori condividere un progetto a favore della crescita del capitale umano del proprio Paese”: così scriveva poco più di una settimana fa sul Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli (leggi qui). Un editoriale che ha richiamato la “borghesia produttiva” e la “classe dirigente privata” ad impegnarsi per “una decisa lotta alla povertà educativa”. Parole da cui è scaturito un dibattito a cui hanno partecipato, attraverso vari interventi Silvio Berlusconi (“All’Italia adesso serve una grande iniziativa per l’alta formazione”), Giuseppe Guzzetti (“La lotta alla povertà educativa è una priorità”), Luca Cordero Montezemolo (“Penso a un Telethon per l’istruzione”), Lucio d’Alessandro (“Gli Atenei non statali sono pronti per la sfida dell’Alta formazione), il Ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi (“Un nuovo patto sociale tra lo Stato e le imprese”), Ernesto Galli della Loggia (“Non c’è classe dirigente senza solida cultura generale”). Qui di seguito viene riportata la lettera inviata nei giorni scorsi a De Bortoli, come contributo a questa discussione pubblica su un tema strategico per il futuro dell’Italia, scritta a sei mani. In calce le firme di Roberto Grassi (Presidente dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese), Riccardo Comerio (Presidente della LIUC – Università Cattaneo), Federico Visconti (Rettore della LIUC – Università Cattaneo).
Egregio Dott. De Bortoli, è con grande piacere e con una punta di orgoglio che abbiamo letto il suo editoriale di domenica nel quale fa appello alla “borghesia produttiva” del nostro Paese e alla sua “classe dirigente privata” per unire risorse, forze e intenti per “una decisa lotta alla povertà educativa”. Ancora una volta una sua lucida analisi del contesto italiano indica alla perfezione la sfida che come Paese siamo chiamati ad affrontare. Una proposta colta subito anche dall’ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che, da imprenditore, come ha specificato sempre dalle colonne del Corriere della Sera, rilancia l’idea di “un grande investimento nell’alta formazione”. Sono parole che danno ragione alla strategia di far leva sul capitale umano, quale fattore fondamentale di competitività, che gli industriali del Varesotto hanno fatto propria ormai più di trent’anni fa. Quando, su iniziativa degli imprenditori dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, nacque la LIUC – Università Cattaneo che ha sede a Castellanza. “In uno scenario ideale mi piacerebbe vedere una decina di grandi imprenditori condividere un progetto a favore della crescita del capitale umano del proprio Paese”. Il suo non è un sogno. Il suo auspicio è realtà qui sul nostro territorio. Anzi, quello che le imprese varesine hanno cercato di fare in questi anni è andato ben oltre il condivisibile scenario da lei prospettato. Gli imprenditori della provincia di Varese che hanno fatto nascere la LIUC sono stati molti di più di una decina e non sono solo appartenenti alla famiglia delle grandi imprese. Qui le multinazionali, le Pmi, la rappresentanza datoriale espressione locale del Sistema Confindustria hanno costruito un laboratorio che è esempio per l’intero Paese. Un investimento che si protrae nel tempo e che ogni anno viene alimentato sia in termini di risorse finanziarie, sia di tempo speso per questa causa comune al fianco dell’impegno nelle imprese, sia di passione che i singoli imprenditori esprimono negli organi direttivi dell’ateneo, garantendo il pieno rispetto dell’autonomia didattica dei docenti. Ai piedi delle Prealpi, in una delle province a più alta densità manifatturiera del Paese, è stato dato vita a uno dei più importanti investimenti fatti dagli imprenditori di un territorio nell’alta formazione che l’Italia abbia mai conosciuto. Lo hanno fatto perché ne sentivano l’esigenza. Lo continuano a fare perché pensano che sia nel ruolo sociale delle proprie imprese. Quello della LIUC è un progetto dal moto continuo alimentato dalla convinzione che, sì, è vero: il capitale umano vale più del capitale finanziario. Ma crederci non basta, serve continuare a investire. Per questo, proprio di recente, la LIUC ha aumentato le risorse per le attività di ricerca, per l’inserimento di giovani nel corpo docente, per l’innovazione della didattica a partire dalle aule. Passato, presente, ma anche futuro: l’obiettivo delle imprese del territorio di proseguire sulla strada dell’impegno nella valorizzazione del capitale umano è testimoniato dal Piano Strategico 2021-2025 che la LIUC sta predisponendo proprio per programmare le attività dei prossimi anni. Da qui l’orgoglio provato nel leggere le sue parole: perché in esse è possibile far identificare un intero tessuto produttivo che non è, però, in cerca di autocelebrazione o autoreferenzialità. L’impegno delle imprese varesine nell’alta formazione non è solo una strategia per sostenere la propria competitività internazionale. Così come non può essere catalogato come una mera esperienza locale. La LIUC rappresenta ormai da tempo un patrimonio nazionale. Più del 50% delle oltre mille immatricolazioni sono ragazzi e ragazze che provengono dal di fuori della Lombardia. Centinaia anche le studentesse e gli studenti stranieri che vengono a Castellanza per periodi di studio, grazie agli scambi internazionali. Questo per dire che la LIUC sta costruendo da anni la classe dirigente privata e pubblica del Paese. Qualcosa di più di un esperimento. Una realtà in espansione che sta creando manager, imprenditori, professionisti. Ma, soprattutto, una realtà aperta che premia il merito, con Borse di studio che nel solo 2019 hanno superato i 500mila euro, un valore destinato ad aumentare. Ciò in coerenza con la convinzione che tutto ciò che nasce dall’impresa debba essere un ascensore sociale per le persone. Non vogliamo entrare qui nel merito delle misure necessarie per impostare una vera politica industriale in grado di rilanciare il Paese. L’unica certezza che ci sentiamo di spendere è che per risollevarci abbiamo bisogno di visioni alte, moderne e forti e con esse di una notevole capacità di esecuzione. Per sfuggire alla mediocrità occorre ritornare alla valorizzazione delle competenze. Ripartiamo da qui. Dalla formazione di una nuova classe dirigente per il Paese. La “borghesia produttiva” del Varesotto la propria parte la sta facendo e la continuerà a fare con impegno ed entusiasmo. Ecco perché è giusto inserire tra i nomi di quei “personaggi illuminati” della storia del nostro Paese che hanno sempre creduto nella formazione e nel capitale umano, quelli delle centinaia di titolari d’impresa che hanno sostenuto, sostengono e sosterranno il progetto della LIUC- Università Cattaneo.
Roberto Grassi, Presidente Unione degli Industriali della Provincia di Varese Riccardo Comerio, Presidente LIUC – Università Cattaneo
Federico Visconti, Rettore LIUC – Università Cattaneo
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