Attac Saronno: “La pesante eredità dell’amministrazione Fagioli”
Nota di Attac Saronno che commenta il Consiglio comunale tenutosi lo scorso 20 maggio
E così, con un “colpo di teatro” del sindaco nel finale della seduta, la maggioranza di destra del comune di Saronno ha votato una rinegoziazione dei propri mutui con la Cassa Depositi e Prestiti che – in cambio di soldi immediati (che non si spenderanno per ripagare i prestiti) – indebita il nostro Comune per i prossimi vent’anni di quasi un milione di euro.
Insomma, quelle destre sovraniste che a livello nazionale si scagliano contro i prestiti europei perché ci indebitano, a livello locale gettano disinvoltamente sul groppone dei cittadini il peso di scelte fatte per vantaggio immediato. Eppure un’alternativa ci sarebbe stata: non rinegoziare i debiti, con alcune richieste allo Stato centrale (come da nostra proposta di delibera), come praticato da alcuni importanti Comuni italiani e in parte previsto anche dall’ultima legge di bilancio. Come Attac lo avevamo proposto anche a Saronno, come a centinaia di comuni in provincia di Varese e in tutta Italia. Ma quello finanziario non è l’unico debito che l’amministrazione di destra lascerà sulle spalle dei saronnesi. Ben più grave, come la pandemia ci dimostra, è il debito ambientale, che però ha la stessa radice del precedente: portate a casa denaro per spese correnti, tramite oneri di urbanizzazione. Il “partito del mattone” ha imperversato a Saronno anche nell’ultimo quinquennio. Le colate di cemento votate in Consiglio Comunale su ex Cemsa, ex Cantoni, ex Tiro a segno, via Padre Reina, via Bellavita, via Sabotino, solo per dire le principali e più recenti, sono un’ipoteca quasi definitiva sulla vivibilità della nostra città, che aveva l’80% del suolo già occupato prima dell’insediamento di questa amministrazione. Più debiti, più cemento, più auto, più inquinamento, meno salute, meno servizi di cura. Esattamente il contrario di quanto serve a risolvere i problemi delle persone in tempi di crisi economica, ecologica e pandemica. Complimenti! Ma l’aspetto forse più desolante in questo quadro è l’assenza di forme di opposizione istituzionale a questo modello di “sviluppo” del nostro territorio. Ieri sera l’opposizione ha dimostrato tutta la sua inconsistenza, facendosi menare per il naso dalla maggioranza, che in commissione pareva aver “promesso” una versione “edulcorata” dello “spalmadebiti”, poi ripudiata in seduta. Ma soprattutto, l’attuale opposizione di centrosinistra non si è opposta alla gran parte dei devastanti progetti urbanistici, semplicemente perché il Piano di Governo del Territorio cui Fagioli e soci si sono ispirati porta la loro firma. E non si dica che quando il PGT venne approvato Attac non avesse avvertito sia loro che la città, calcoli e provvedimenti alla mano, di quello che stava arrivando. Il quadro è desolante. Senza speranza? Vedremo. Di certo, se e quando si potrà tornare a votare, come avremmo dovuto fare in questo periodo, per le elezioni amministrative locali, non basterà mandare a casa la becera destra per risolvere i problemi della città. Anche per questo Attac sta organizzando una “campagna d’autunno” dal nome “Riprendiamoci il Comune, ai tempi del Coronavirus“, per cambiare le coordinate di questo folle modello di sviluppo incarnato, con poche differenze, da centrodestra e centrosinistra. Le nostre proposte sui mutui da rinegoziare ne erano solo una prima misura concreta. Ne sentirete parlare, perché “non vogliamo tornare alla normalità, perché la normalità era il problema”.
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