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E noi dove siamo?

Le foto dei navigli di Milano hanno riacceso una polemica che avevamo già visto con i runners. È diventato il centro del dibattito, ma quali idee si hanno per una vera ripartenza? Quali progetti e visioni?

Summer run 2019

L’ha titolato Il Naviglio espiatorio. L’articolo di oggi di Massimo Gramellini solleva una questione seria.  “La ricerca di un capro espiatorio placa l’ansia. E più il capro è a portata di mano, più ci si sente sollevati”.

Ricominciamo un film già visto. Quello successo a Milano con assembramenti più o meno reali è solo il primo tempo. Il secondo saranno le metropolitane, meno glamour, o magari i treni (ancora meno). È normale che se apri le porte di casa le “masse” si spostino.

Quello che fa tristezza, ma direi anche orrore, è il dibattito osceno che si è scatenato con la stampa in testa. Mica solo i social.

Siamo in una situazione che davvero assomiglia alla roulette russa in cui ognuno deve essere responsabile, ma qualcuno più degli altri. Una fase che richiederebbe idee, proposte, trasparenza, visione. In cui si dicano le cose con chiarezza. In cui si ascoltino tutti gli addetti ai lavori e si dia una risposta. E invece abbiamo ancora le “esclusive” sui giornali senza alcuna ufficialità. Firmate per altro dalle stesse che le avevano toppate tante in precedenza.

Volete degli esempi? Turismo e cultura. Sul primo delle gran voci e nessuna indicazione. Sulla seconda quasi nemmeno le voci. Niente di niente. E intanto moltissime attività rischiano di non riaprire o di farlo con la paura di non essere adeguate alla situazione di crisi.

Vogliamo andare sul piano sanitario? Si legge di tutto e il suo contrario. Ed è comprensibile perché per saperne seriamente del virus ci sarà bisogno di tanto tempo. Meglio non dire cose che si potrebbero rivelare false. Unica certezza è che Sars-cov2, come si chiama questo coronavirus, fa danni da paura. Si dibatte se 300 morti al giorno siano tanti o pochi, se 800 contagi in più siano troppi, ma su quali basi? Rispetto a cosa?

Il Paese ha bisogno di buon giornalismo perché la sua funzione di mediazione è fondamentale quando i temi sono complessi. Dirò di più. Lo è all’ennesima potenza quando è vitale indicare contesti, uscire dalla semplice cronaca asciugandola per occuparsi meglio dell’insieme in modo da iniziare a comporre un puzzle che faccia realmente cultura.

In momenti come quello che stiamo vivendo non basta la speranza come sentimento positivo e ideale. Servono idee, proposte, progetti, visioni. Serve cambiamento profondo senza alcuna rimozione. Serve cura, autocritica (si, quella parola che mi fa dire senza paura: all’inizio non avevo capito niente o quasi della gravità), empatia. Non è un problema avere paura (io per fortuna ne ho davvero pochissima e così è stato dal primo giorno) perché le emozioni vanno ascoltate e accolte. Certo che se basi il tuo racconto, o peggio ancora la tua strategia politica sulla paura, non fai un buon servizio alle comunità e al Paese.

Quelle foto, almeno per due giorni, coprono bene il nulla che vediamo in queste settimane. Che idee hanno messo in campo gli esperti della task force di Colao? Che riorganizzazione nell’immediato ha fatto la Regione nella malaugurata ipotesi arrivi una seconda ondata? Come si stanno muovendo le Ats, che loro malgrado sono la vera immagine della disfatta che ha causato troppe morti almeno in Lombardia? Qual è la reale situazione delle Rsa e Rsd in questo momento? Come si stanno muovendo le autorità italiane rispetto ai 70mila lavoratori che vanno in Svizzera ogni giorno?

Le domande sarebbero tantissime, ma viene meglio accapigliarsi, anche tra persone intelligenti e sensibili, e non solo tra gli haters e gli urlatori dei social, sulle foto ai navigli. Il resto inquieta e ci chiama tutti, ma proprio tutti, alla nostra sensibilità e responsabilità.

Basterebbe che ognuno porti in dote un granello per costruire un progetto. Ma viene meglio indicare subito possibili colpevoli. È più facile.

Gramellini l’ha fatta più semplice con il suo caffè del giorno e l’ha scritta bene. Come sa sempre fare lui.

La foto è della Summer run 2019

Marco Giovannelli
marco@varesenews.it
La libertà è una condizione essenziale della nostra vita. Non ci può essere libertà senza consapevolezza e per questo l’informazione è fondamentale per ogni comunità.
Pubblicato il 09 Maggio 2020
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