49enne arrestato, il negozio in centro a Saronno la base per adescare le giovani vittime
Le indagini sono partite dal sequestro di 9 chili di marijuana: dal sequestro di pc e cellulari è emerso il materiale pedopornagrafico. Da lì il via all'indagine che ha portato all'arresto del saronnese, persona conosciuta in città-
Nel corso dell’operazione, i militari della compagnia di Saronno guidata da Pietro Francesco Laghezza trovarono anche video e immagini dal contenuto pedopornografico, avvisarono le autorità competenti della Procura Distrettuale di Milano e partirono nuove indagini.
In manette finirono due persone, un 47enne e un 21enne, soci in affari nella gestione di un negozio di abbigliamento per giovani e giovanissimi in centro a Saronno e conviventi nell’appartamento perquisito dai militari. Un anno e mezzo dopo il più vecchio dei due è stato nuovamente arrestato con accuse gravissime, 23 capi di imputazione che vanno dalla violenza sessuale all’induzione alla prostituzione, fino a spaccio di sostanze stupefacenti e detenzione di materiale pedopornografico.
Mesi e mesi di indagini che hanno portato a ricostruire le modalità utilizzate per adescare e convincere numerosi minorenni ad avere rapporti sessuali con il saronnese, oggi 49enne, persona nota in città per la sua attività lavorativa e le sue iniziative imprenditoriali anche nel mondo della comunicazione.
I fatti contestati si sarebbero verificati nell’arco degli ultimi tre anni all’interno dell’appartamento dell’indagato a Saronno. I riscontri sono stati ottenuti in base a perizie di apparati telematici, eseguite in collaborazione con la Sezione Reati informatici dei carabinieri di Milano, nonché su numerosi interrogatori di persone informate sui fatti. Tanti anche gli interrogatori di vittime minori eseguiti in modalità protetta che hanno raccontato e confermato lo svolgersi dei singoli eventi. Tra questi anche un ragazzo affetto da minorazioni psichiche.
In sostanza, secondo le indagini, il 49enne “utilizzava” il negozio per avvicinare le sue vittime, minorenni all’epoca dei fatti, a cui chiedeva i praticare rapporti sessuali in cambio di dosi di marijuana. Se poi i ragazzi che adescava non avevano modo di pagare le successive dosi, li costringeva a risarcirlo con nuove prestazioni sessuali, facendo leva sul debito maturato e sulla difficoltà che questi avevano nel corrispondergli denaro.
Come detto, tutto è partito dal sequestro dei computer e degli apparati informatici trovati nella casa dell’uomo in occasione del primo arresto nel dicembre 2018. Analizzando il contenuto di cellulari e pc sequestrati nel corso dell’operazione, emersero i primi particolari scabrosi che hanno spostato la competenza giuridica del procedimento alla Procura di Milano, fino all’arresto eseguito nella notte tra martedì 5 e giovedì 6 maggio.
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