Saronno, nel primo consiglio comunale online si litiga per i pacchi alimentari
Lungo dibattito sulla gestione dei pacchi alimentari, contestata dalla minoranza e difesa dalla maggioranza e dall'amministrazione comunale
Primo consiglio comunale online per Saronno, che torna a riunire l’assemblea dopo la seduta di San Valentino.
Al centro della discussione i pacchi alimentari finanziati con i fondi erogati dallo Stato, attraverso la Protezione Civile, per la gestione del sostegno ai cittadini che hanno subito conseguenze economiche a causa dell’emergenza sanitaria dovuta al contagio da coronavirus.
Il Comune di Saronno ha ricevuto 209 mila euro, divisi in due capitoli di spesa da 120 e 89 mila euro. Dopo la presentazione dell’assessore al Bilancio Pierangela Vanzulli, si sono susseguiti gli interventi dei consiglieri comunali, con l’opposizione sul piede di guerra ad elencare una serie di mancanze da parte dell’amministrazione comunale nella gestione del provvedimento. Nonostante le critiche, il consigliere Paolo Riva (Unione Italian) il M5S (Davide Vanzulli) e il Pd (tranne la consigliera Rosanna Leotta che non ha partecipato al voto come gli indipendenti Alfonso Indelicato e Francesco Banfi) hanno votato sì al provvedimento con la maggioranza, mentre Franco Casali di Tu@ Saronno si è astenuto.
LE CONTESTAZIONI DELLE MINORANZE (in ordine di intervento)
Francesco Banfi (indipendente): «Gli aiuti sarebbero dovuti essere urgenti, ma sembra che ad alcuni cittadini non siano ancora arrivati, ci sono stati ritardi. 120 mila euro andranno in pacchi, gli altri? È gente che ha difficoltà, la risposta va data subito, è un’emergenza da affrontare subito. Si doveva usare un metodo più snello, avere più fiducia nei cittadini. Va bene che lo Stato ci dia i soldi, non va bene come li state adoperando».
Nicola Gilardoni (Pd): «La duplicazione dei capitoli di spesa, uno per interventi assistenziali e uno per le associazioni non si spiega. Non si capisce perchè a più di un mese siano stati impegnati solo 60 mila euro in favore delle associazioni. Ognuno di noi che seguono i social e i giornali si è accorto del malessere che la modalità scelta dal Comune ha generato, tanta gente non ha avuto aiuto. I fondi sono per l’emergenza alimentare, non per altro. Ci sono stati ritardi, bastava un voucher da spendere e si sarebbe risolta la situazione in tempi più brevi e in modo più efficiente. La scelta del pacco e delle derrate è stato un grandissimo errore. Vogliamo che qualcuno ammetta di aver sbagliato e riconosca le proprie colpe. Chi ha deciso e perchè? Cosa si aspetta a dare gli aiuti alla gente?».
Alfonso Indelicato (indipendente): «Mi metto nei panni dei cittadini in difficoltà. Sono in contatto con alcuni, che mi raccontano di disservizi, disagi, problemi, burocrazia. Il pacco non arriva, si fanno solleciti, si ottengono risposte vaghe. Non capisco la scelta del pacco da guerra, non vedo perchè non avete scelto il buono. Si deve rendere noto a quali condizioni si può accedere ai pacchi».
Rosanna Leotta (Pd): «I 209 mila euro erano per l’emergenza che già dal 20 febbraio sono in stato di crisi e difficoltà. Con che criteri sono state individuate le persone in difficoltà? Sindaco e giunta hanno perso tempo, fatto scelte sbagliate. La scelta del pacco è assurda, superficiale. Tanti ancora non hanno ricevuto niente, che cosa dovremmo votare? C’è stata una mancanza di sensibilità».
Paolo Riva (UI): «Ho gli stessi report di Indelicato sul peggio della burocrazia possibile scelta dal Comune. Questi denari sono stati dati per tenere in vita l’economia che regge la nostra società. Non averli ancora consegnati è una cosa grave. Le persone non hanno denaro. L’amministrazione non è in ascolto, non ha il polso della situazione sui problemi delle persone. Non basta il pacco alimentare, non serve un rasoio se bisogna dare da mangiare al proprio figlio. Siamo di fronte ad un’amministrazione sorda ai bisogni. Voterò a favore, ma serve cambiare metodo perchè le persone hanno fame, è un’emergenza sociale e tante persone provano vergogna a chiedere e sono fuori dai radar dei servizi sociali. Serve parlare e ascoltare la città».
Davide Vanzulli (M5S): «I 209 mila euro hanno una finalità e destinazione precisa: aiutare chi si trova in difficoltà oggi, adesso, in questo preciso momento. Andava spesa celermente e con raziocinio. Perchè è stata suddivisa in due capitoli di spesa? Quante persone sono state aiutate? Perchè sono stati scelti i pacchi? È stata presa una scelta più lunga, complessa».
Franco Casali (Tu@ Saronno): «Gestione lenta, complicata, inefficace. Ovvio che è una cosa nuova, per i cittadini e per l’amministrazione. Le difficoltà ci possono essere, ma c’è una commissione apposita che può dare una mano. Mi sono proposto di dare una mano, ma non ho ottenuto risposte. Si poteva e doveva fare meglio. I cittadini che criticano sono in difficoltà, non criticano per criticare, ma perchè sono in crisi. Ci sono state lungaggini e ritardi inspiegabili. Noi opposizioni siamo disponibili a dare una mano, per mettere insieme le forze e fare meglio, insieme, ma non veniamo ascoltati».
Francesco Licata (Pd): «Siamo testimoni di un momento storico eccezionale, merita una risposta di tipo poderoso, dal lato sanitario e dal lato politico/amministrativo. Giochiamo tutti nella stessa squadra, non c’è maggioranza ed opposizione. Ci sono tanti cittadini in difficoltà che non sappiamo come sono stati mappati. L’emergenza ha colpito varie tipologie di persone, diverse da quelle già note ai servizi sociali. Le associazioni sono state coinvolte? Molti si vergognano a chiedere aiuti, come ha fatto il Comune per andare loro incontro e aiutarli? Perchè in una situazione di necessità e urgenza si è perso tempo? Perchè ci si è accaniti sulla scelta del pacco? Un buono sarebbe stato meglio: buoni mirati, calibrati, ma più veloci ed efficaci. Nei pacchi non ci sono cose fondamentali, come frutta e verdura ad esempio. Perchè sono state fatte queste scelte? La risposta la dovete alla città. Ah, l’assessore lo vada a dire alle donne che gli assorbenti non sono assorbenti di prima necessità. Mi sembra evidente che voi non vi fidate dei cittadini e siete responsabili dei ritardi».
Ilaria Maria Pagani (Pd): «C’è un aspetto gravissimo e imbarazzante in merito a quello che il sindaco ha risposto ad alcuni cittadini, con toni fuori luogo, sui social. Il compito dell’amministrazione sarebbe mettere i cittadini a proprio agio, non alimentare il disagio. Stiamo parlando di soldi che il Governo ha stanziato per i propri cittadini. Il sindaco di Saronno sta facendo pesare questa cosa, a fronte di fondi che lo Stato ha stanziato per chi ha bisogno».
LA MAGGIORANZA – Davide Borghi (Lega), ha fatto un intervento politico, attaccando il Pd a livello nazionale, e ringraziando la propria parte politica per il lavoro svolto in questa fase emergenziale.
Gianangelo Tosi (assessore ai Servizi Sociali): «Capisco che si possa essere concordi o meno, tutto è perfettibile, io non ritengo di avere in tasca la verità assoluta. Abbiamo deciso insieme alla giunta e al sindaco. Stiamo adottando qualche correttivo strada facendo. La scelta compiuta è ponderata, nata da una serie di considerazioni fatte anche col confronto con le associazioni del territorio, non solo le tre con le quali abbiamo collaborato per la gestione e la distribuzione dei pacchi alimentari. È il mio assessorato che ha creato i tavoli per le povertà e per la solidarietà, li abbiamo messi in rete noi. A loro ci siamo rivolti immediatamente per chiedere supporto per intercettare i bisogni dei cittadini. Poi ci siamo dati un metodo per la distribuzione dei 209 mila euro: dividendo per il numero di cittadini si ottiene una cifra di 5 euro e poco più a testa, abbiamo voluto capire a chi assegnarli, scegliendo di destinarne una parte per chi in una prima fase si è trovato in difficoltà, tenendo una parte per una seconda tranche di cittadini che si sarebbero potuti trovare in difficoltà in un secondo momento, spalmando la somma su un tempo più lungo possibile. È vero, ci sono state attese, ma abbiamo dovuto fare di necessità virtù con pochi operatori (un’assistente sociale) in ufficio inizialmente: per l’emergenza abbiamo richiamato al lavoro 3 ulteriori assistenti sociali dedicate a questa emergenza, con un questionario da compilare per destinare i fondi a chi realmente ne aveva bisogno. La mail di conferma è servita come autocertificazione della situazione di ognuno. Dei pacchi me ne assumo la responsabilità: i 209 mila euro sono destinati non a chi già è seguito dai servizi sociali, ma per chi si trova in difficoltà adesso. Mettere in mano dei soldi, ammesso che fosse consentito, sarebbe stata una scelta sbagliata per persone non abituate a trovarsi in difficoltà. Abbiamo evitato i buoni, perchè nella nostra esperienza, e ne ho la riprova da quello che avviene nei Comuni limitrofi, può capitare che il buono venga barattato con denaro, venduto sottocosto, per poi usare il contante per comprare altro, magari non i beni necessari nell’emergenza. Abbiamo voluto evitare questo. Abbiamo voluto che i cittadini in difficoltà avessero un eguale aiuto da parte dell’amministrazione, per questo i pacchi, per questo il lavoro con associazioni che già si occupano di bisogni di cittadini in difficoltà. Abbiamo con loro individuato i beni fondamentali per risolvere un’emergenza. Non mi risulta che ci siano persone che siano rimasti senza pacco: con le tre associazioni che collaborano nella logistica dell’iniziativa abbiamo concordato i contenuti del pacco tipo, allargando la tipologia a più persone. Da qui abbiamo destinato 60 mila euro per costruire i pacchi per 500 persone circa. Ne abbiamo stanziati altri 45 mila euro per una seconda fase. I ritardi, che ci sono stati, sono indipendenti dal Comune e dalle associazioni, sono dipesi da problemi amministrativi sorti col fornitore al quale Croce Rossa e Banco Alimentare si sono rivolte. Dopodichè ci sono voluti alcuni giorni per la consegna della merce, il confezionamento dei pacchi e la distribuzione ai cittadini. Da quando la merce è arrivata in una settimana le consegne sono state fatte, da quello che mi risulta tutte. Nei nuovi pacchi inseriremo anche dei buoni alimentari di valore unitario contenuto per consentire l’acquisto dei freschi. Non sappiamo quanto durerà ancora la crisi, ipotizziamo che dopo la “fase 2” possano cambiare le richieste e le tipologie di persone che avranno bisogno di aiuto: in una seconda fase potremo decidere di utilizzare queste somme in maniera diversa rispetto alla consegna dei pacchi. Non abbiamo utilizzato tutti i soldi subito perchè abbiamo preferito utilizzare man mano i fondi per aiutare i cittadini il meglio possibile. Un’ipotesi può essere quella di usare la parte di fondi che non dovessimo utilizzare adesso per caricare le Crs, ma dobbiamo capire se si può fare e come farlo. Abbiamo scelto di agire senza fretta, per affrontare al meglio l’emergenza. Tutti quelli che hanno telefonato hanno ricevuto risposta. Chi ha detto che i buoni sarebbero stati più veloci? Avremmo dovuto acquistarli, fare una convenzione, concordare il taglio, il contenuto, i margini di acquisto. E poi come avremmo potuto controllare cosa avrebbero comprato i cittadini? Non avremmo potuto. Non pensiamo che i saronnesi siano furbacchioni e che avrebbero speso i soldi pubblici in maniere sbagliate, magari comprando una bottiglia di Amarone da 30/40 euro, ma abbiamo scelto la strada che pensiamo sia quella più giusta. Ci stiamo dedicando con attenzione, intensità e dedizione a questa situazione».
Alessandro Fagioli (sindaco di Saronno): «Il Governo ha scaricato sui sindaci una responsabilità di dare risposte ai cittadini in tempi rapidi con una conferenza stampa e dichiarazioni estemporanee. Abbiamo lavorato in 4 gatti in una situazione di emergenza. Ci sono ritardi del Governo nel consegnare materiali, e cassa integrazione e si sta a sindacare su un ritardo di alcuni giorni, con tanti volontari che si sono messi a disposizione. Il contenuto dei pacchi lo abbiamo stabilito insieme alle associazioni, guardando anche al benessere dei cittadini. Abbiamo scelto di consegnare pacchi unificati, senza generare disparità tra cittadini bisognosi. I fondi non era necessario spenderli a pioggia, sono a disposizione di chi non ha altri sostegni, capire chi lo chiede è necessario. Mi piacerebbe che i consiglieri del Pd si mettessero d’accordo: si dice che servono gli assorbenti, poi si contesta che ci sono i rasoi. Ci siamo affidati alle associazioni per la composizione dei pacchi. Ci siamo affidati a chi lo fa regolarmente. Pensate che Saronno sia stato l’unico a erogare i pacchi alimentari? C’è chi ha erogato i buoni, chi ha erogato i pacchi, chi ha fatto un mix, dipende da città per città, comune per comune. Settimo Milanese ha scelto i cesti alimentari ed un’amministrazione di centrosinistra. Queste risorse non sono per tutti, 209 mila euro diviso il numero dei cittadini di Saronno fanno 5,30 euro a testa. Capire chi ne ha bisogno è necessario, per non disperdere o sprecare questi soldi. Tutti stiamo lavorando in emergenza, a tutti i livelli. La partecipazione ben venga, ma non ho visto nessuno della minoranza a dare una mano in queste settimane. Almeno in queste situazioni di emergenza, se giochiamo nella stessa squadra, evitiamo di fare propaganda. Mettiamoci in testa che la crisi economica non è ancora partita davvero. Abbiamo scelto di non buttare via i soldi, modulando la distribuzione di denaro a chi per la prima volta si è affacciato ai servizi sociali».
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