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Bicicletta, tele, colori e la felicità di dipingere: addio a Giuseppe, il pittore di strada

Pittore di strada, abitante di Caronno Pertusella, sulle sue tele ha dipinto gli scorci più suggestivi delle città del Saronnese. E' scomparso Giuseppe Re Sartù: un uomo d'altri tempi, solare, disponibile e amatissimo dalle comunità

Generico 2018
Gli bastavano una bicicletta, i cavalletti e le tele caricate sul porta pacchi, la sua tavolozza dei colori e la sua arte.
E’ scomparso Giuseppe Re Sartù, il pittore di strada, conosciuto e amatissimo dai cittadini di Caronno Pertusella e dalle comunità del Saronnese. Un uomo d’altri tempi, che amava ritrarre e dipingere gli scorci più suggestivi delle città: sono in pochi i cittadini caronnesi e dei Comuni dei dintorni a cui non è mai capitato di incontrarlo. E anche se nel pieno del suo lavoro, Giuseppe non negava mai la possibilità di parlare e di confrontarsi con chiunque si fermasse a dialogare con lui.
Trasmetteva valori di un tempo che oggi non c’è più: la sua semplicità, la sua tranquillità, la sua voglia di raccontare attraverso la pittura la storia e i luoghi simbolo dei paesi, e la sua disponibilità, sono i tratti impressi nei ricordi di tutti i cittadini che hanno potuto imbattersi in lui e nelle sue opere.
Un vero artista, che attendeva la primavera per cogliere i colori più intensi, e la giusta prospettiva delle ombre delle case. Sono tantissimi i messaggi di affetto e di cordoglio con cui i cittadini, sui social, hanno salutato per l’ultima volta il pittore di strada.
Ne riportiamo alcuni: 
«Buon Viaggio Giuseppe. Ci lasci in eredità la Tua Arte fatta di Luce e Colori di Urbana Architettura !
Sentite Condoglianze alla Famiglia.
RIP, e che la terra Ti sia lieve».
«Sentite condoglianze, non lo conoscevo di persona, ma mi rendeva felice vederlo dipingere».
«Da quando mi sono trasferita qui a Caronno era un po’ un simbolo, lo vedevo spesso sulla sua bicicletta, con le tele legate dietro, e gli abiti imbrattati di tanti colori».
«Mi piaceva molto vederlo in giro con i suoi colori e il suo cavalletto».
«L’ho conosciuto e ammirato per la sua bravura, ho potuto avere con lui uno scambio di idee sull’arte e sulla tecnica che usava. Era un uomo felice con la sua arte».
«Con la sua biciclettina e tutto l’occorrente sul porta pacchi. Poi si fermava, si preparava e iniziava a dipingere. E stava lì per ore.
Lo vedevo sempre, quando andavo a scuola. L’idea che qualcuno potesse godere di tale tranquillità in questa realtà così caotica e indaffarata mi ha sempre portato un po’ di gioia».
«Mi dispiace moltissimo per la tua scomparsa. Eri un personaggio che spesso incontravo per le vie di Saronno con il tuo cavalletto in spalla».
«Ti ricordo, Giuseppe, negli anni ’90 al rifugio CAI Saronno ad immortalare sulle tue tele quegli scenari maestosi; adesso dipingerai gli angeli e i cherubini. Buon viaggio».
(Foto di Felice Ceriani)

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Pubblicato il 29 Aprile 2020
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