Coronavirus, alcuni casi di positività nella Rsa Papa Giovanni XXIII di Turate
Il responsabile della struttura ha confermato la presenza di positivi all'interno della struttura: "Abbiamo avuto dei casi nelle ultime settimane. Al momento sono quasi tutti asintomatici"
Sono diversi i casi di Coronavirus accertati all’interno della Casa di Riposo Papa Giovanni XXIII di Turate. Nei giorni scorsi è deceduta una paziente di 92 anni risultata positiva al tampone del Covid-19.
La struttura è composta da un nucleo sanitario con 41 posti, una casa albergo con 20 posti, una comunità alloggio con 10 posti e un centro diurno integrato, al momento chiuso.
Il responsabile della Rsa ha confermato la presenza di positivi all’interno della struttura, anche se non ne ha specificato il numero: «Abbiamo avuto dei casi nelle ultime settimane – ha spiegato il dottor Mazzoleni -. Al momento sono quasi tutti asintomatici».
La struttura ha chiuso definitivamente l’accesso ai parenti il 1 marzo sebbene già dopo il primo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri la direzione avesse posto delle limitazioni alle visite dall’esterno.
Il 15 aprile sono stati effettuati in struttura i primi tamponi arrivati da Ats Insubria, che al momento ne ha forniti un numero complessivo di 20. I tamponi sono stati effettuati ad alcuni ospiti che presentavano delle lievi sintomatologie e che erano stati precedentemente isolati per precauzione. Alcuni sono dunque risultati positivi al Covid-19, mentre altri no.
«Abbiamo notato che al momento i pazienti positivi sembrano avere sintomi lievi, nel senso che, a parte i primi giorni, quando sono stati isolati, ora pur essendo positivi risultano quasi tutti asintomatici», ha commentato il dottor Mazzoleni.
In una seconda fase il personale che presentava delle sintomatologie è stato dapprima lasciato a casa in quarantena e poi prima di rientrare al lavoro sottoposto a tampone: «Dalle direttive sia nostre che di Regione e Ats, se c’è la presenza di uno o più sintomi, il lavoratore deve essere isolato a casa. Noi fin da subito abbiamo preferito isolare a casa quei dipendenti che mostravano sintomi anche minimi per essere sicuri».
«Il personale è stato fin da subito dotato, nei limiti del possibile e delle disponibilità, dei dispositivi di protezione individuale necessari, quindi mascherine chirurgiche e in una prima fase anche mascherine FFP2 – ha spiegato il dottor Mazzoleni -. Avevamo già una discreta scorta iniziale di mascherine, c’è stato un momento in cui i nostri fornitori non ne avevano più e l’Ats faceva fatica a fornirle, così tramite volontari e il Comune di Turate abbiamo ricevuto degli aiuti per cui quello che ci mancava siamo riusciti a recuperarlo».
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
lenny54 su Entrano in vigore le nuove tariffe "metropolitane", Saronnese e Busto più vicine a Milano
Felice su Fucile d'assalto e mitragliette nella casa dell'ex ispettore di Malpensa
lenny54 su In vendita casa Bossi, villa simbolo della "Lega di una volta"
lauralaura su Ospedali troppo caldi: la Regione comprerà i condizionatori
gcbiakmw su Lo spinello fa male
Rita Campiotti su Torna IceOut, qual è la vostra gelateria preferita?
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.