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Uboldo celebra il 25 aprile. Il sindaco: “Oggi celebriamo la nostra unione e la nostra libertà”

Il sindaco Luigi Clerici, insieme al Comandante della Polizia locale Alfredo Pontiggia questa mattina hanno deposto una corona di fiori in omaggio al Monumento ai Caduti del paese, per celebrare questo giorno di festa e sottolineare il valore del ricordo storico

Generico 2018

Nessuna manifestazione pubblica si è tenuta quest’anno per celebrare il 75° anniversario della liberazione d’italia dal regime Nazifascista. Il sindaco Luigi Clerici, insieme al Comandante della Polizia locale Alfredo Pontiggia questa mattina si sono delimitati a deporre una corona di fiori in omaggio al Monumento ai Caduti del paese, per celebrare questo giorno di festa e sottolineare il valore del ricordo storico.

«La commemorazione del 25 Aprile, oggi più che mai, deve essere un’occasione di unità tra le varie componenti delle nostra società che si riconoscono nei fondamentali valori comuni sanciti nella Costituzione: la libertà, la giustizia, il rispetto dell’altro, la corresponsabilità, la forza del dialogo, la pace – scrive il sindaco nel suo messaggio rivolto alla comunità – È la festa di un popolo che si identifica in questi valori, che tiene saldo il binomio Unità e Libertà. Mantenendo viva la memoria di quel giorno, possiamo essere davvero eredi di quegli uomini e quelle donne che lottarono e morirono per la nostra libertà: partigiani sui monti, uomini e donne nei campi di concentramento, internati o nelle carceri, nascondendo profughi e ebrei o sfamando sfollati. Questa eredità fa sì che il 25 aprile sia la Festa di tutti gli Italiani. Da quel giorno il popolo italiano fissava nella storia i tratti fondamentali della propria identità di Stato moderno, democratico e repubblicano».

«Il 75° anniversario della Liberazione cade in un momento difficile e complesso – continua il Primo Cittadino – La pandemia del Covid 19 ci ha portato a vivere una quotidianità che mai avremmo immaginato; oggi dobbiamo ritornare a lottare per respingere un tiranno invasore perfido , malvagio e silenzioso. La cerimonia di oggi è dunque l’occasione per riflettere sul presente, nel quale abbiamo tutti la responsabilità e il dovere di costruire un futuro in cui un’intesa attiva consolidi la democrazia e la pace. L’epidemia con il suo carico di minacce ed incertezze ci potrà portare a pensare e ad agire come fossimo in una emergenza continua. Quel che valeva fino a ieri, oggi può essere sacrificato. Ciò che prima era inconcepibile, oggi può apparire persino inevitabile. Occorre, allora, lo stesso coraggio e la stessa determinazione di coloro che lottarono per la liberazione; oggi tutti noi dobbiamo seguire il loro esempio, dobbiamo ripercorrere quell’ideale per realizzare una democrazia solida, ancorata ad un sano spirito di servizio e tesa al bene comune per scongiurare la possibilità che in questa emergenza ci possano essere imposte restrizioni e rinunce che ledano in qualche modo i nostri diritti e quelle garanzie proprie di una democrazia liberale. Viva l’Italia, viva il popolo italiano che si è dimostrato ancora una volta composto da persone eccezionali, uomini e donne che hanno messo e continuano a mettere a rischio la propria incolumità e la propria vita per gli altri, persone comuni, volontari, che con il loro impegno stanno contribuendo in maniera significativa a ritrovare un poco di serenità e a rivedere una piccola luce di speranza là in fondo a questo tunnel. Insieme ce la faremo!»

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Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 25 Aprile 2020
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