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Banfi: “Qual è il piano del Comune per gli aiuti a chi è in difficoltà?”

Francesco Banfi, consigliere comunale, torna sulla questione degli aiuti per i cittadini in difficoltà a causa dell'emergenza coronavirus e avanza proposte e dubbi

Aiuti alimentari Jerago con Orago

Francesco Banfi, consigliere comunale di Saronno, torna sulla questione degli aiuti per i cittadini in difficoltà a causa dell’emergenza coronavirus

29 marzo: la Protezione civile nazionale assegna a Saronno il fondo di 209mila euro per gli aiuti alimentari

7 aprile: la giunta Fagioli delibera la prima tranche di aiuti del valore di 60mila euro consistenti in pacchi di alimenti e necessario per l’igiene personale.

14 aprile: inizia la distribuzione dei primi pacchi alimentari.

Il pacco più oneroso sul piano economico (145 euro) risulta essere quello per quattro persone: la prima tranche pensata dall’amministrazione consta al minimo di circa 400 pacchi alimentari che dovrebbero soddisfare le necessità di circa 15-20 giorni (che dall’istituzione del fondo sono già passati).

Saronno, ecco come sono composti i pacchi per chi è in difficoltà

Che ci siano tempi tecnici e difficoltà, tuttavia, è normale. Conta il risultato.
Penso che aver provveduto alla suddivisione del fondo in tranches sia corretto così da sostenere le famiglie in un periodo di tempo più ampio rispetto le prime due settimane: è però un peccato non conoscere ad oggi i dettagli delle prossime fasi.

Un interrogativo: quante sono le famiglie necessitanti aiuto? Sappiamo solo che al momento, senza aver ancora dato ampia visibilità alla possibilità di ricevere aiuti, le richieste giunte sono circa 250. Nella delibera è scritto che i servizi sociali individueranno gli aventi diritto e andranno a redarre apposito elenco: mentre le operazioni di raccolta delle richieste proseguono, inizia anche la distribuzione dei primi pacchi. Dunque nessuna graduatoria.

Per fare richiesta si deve: telefonare da lunedì a venerdì tra le 9.30-12.30 al centralino comunale 02967101, spiegare all’operatore quali sono i bisogni, lui ti gira ad uno dei 3-4 assistenti sociali delegati ai quali si deve illustrare il caso, successivamente si deve mandare una mail con cui si autocertifica quanto dichiarato. Se ipotizzo che il tempo medio di una telefonata (tra centralino e assistenti sociali) sia tra i 20 e i 30 minuti, ogni assistente al giorno riceve 6 telefonate, con 3 assistenti si raccolgono mediamente 24 telefonate ogni giorno, dieci giorni di richieste… fa davvero 250 richieste da utenti che sono riusciti a prendere la linea. Ma quanti non ci sono riusciti perchè hanno trovato occupato?

Faccio una proposta per rendere tutto più agile e sbrigativo, sia per gli utenti che per il personale: mettere nell’home page del sito comunale il modulo di autocertificazione con la richiesta di tutti i dati necessari e aprire una casella email ad hoc (mimando gli altri indirizzi comunali potrebbe essere: coronavirus@comune.saronno.va.it (al momento non esiste, lo chiarisco nuovamente)) a cui il richiedente potrà trasferire il modulo compilato. Per coloro che hanno problemi nella compilazione lasciare la possibilità di un numero telefonico dedicato.

Si avrebbe in poco tempo la raccolta di tutte le richieste così da predisporre il più in fretta possibile gli elenchi.
Non sono tuttavia stati resi noti (nè sono contenuti in delibera) i criteri di accesso alla prima tranche di aiuti: altri comuni hanno richiesto, ad esempio, di dichiarare (e provare con estratto conto) che sul conto corrente al mese precedente l’emergenza sanitaria non ci fossero (ad esempio) più di 5mila euro. In mancanza di criteri è quindi possibile presumere che, almeno nella prima fase decisa dall’amministrazione Fagioli, ogni richiesta verrà accolta.

Non credo sia il momento di disquisire attorno la scelta dell’offerta di pacchi piuttosto che di buoni: in entrambi i casi ci sono pro e contro. L’amministrazione, nell’emergenza, ha scelto una strada sicuramente più laboriosa (devi acquistare i prodotti, predisporre pacchi, consegnarli), nei fatti più certa (arriva davvero il sostegno alimentare calibrato), sicuramente meno varia (i prodotti sono già decisi: magari una maggiore apertura ai suggerimenti -come al caso degli assorbenti- sarebbe auspicabile) e caratterizzata da una totale assenza di scelta da parte dell’utente (aspetto che invece risulta esaltato con i buoni). Eventuali intolleranze alimentari, mi hanno assicurato i responsabili dei servizi sociali, sono soddisfatte se segnalate.

Penso che però sia opportuno che l’amministrazione chiarisca cosa e come intende spendere i restanti 149mila euro: deve avere un piano e, per poter appieno verificare l’efficacia della proposta prima ancora che dell’azione, sia necessario conoscere il piano nel suo complesso.

Francesco Banfi

Redazione Saronnonews
saronnonews@gmail.com
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Pubblicato il 15 Aprile 2020
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