Lu-Ve Uboldo: quali impatti avrà l’emergenza Covid-19 sull’azienda?
Si è riunito il consiglio amministrazione della multinazionale di Uboldo quotata in borsa e specializzata in scambiatori di calore ad aria, per valutare gli impatti sull’azienda che avrà la pandemia da Covid-19 in corso
Si è riunito il consiglio amministrazione della multinazionale di Uboldo quotata in borsa e specializzata in scambiatori di calore ad aria, per valutare gli impatti sull’azienda che avrà la pandemia da Covid-19 in corso. Fino al 13 aprile la produzione in India e in Italia è ferma, ad esclusione di una linea di produzione dedicata alle macchine per il settore ospedaliero ed alle spedizioni di prodotti già pronti a magazzino e dei ricambi. Per ridurre al massimo la presenza del personale negli uffici, presso tutte le sedi è stato applicato con grande successo lo smart working.
In Italia, il Gruppo ha presentato richiesta ai Prefetti competenti per territorio, per la riapertura parziale di altre linee di produzione in tutti gli stabilimenti, a partire dal 6 aprile 2020.
Lo stabilimento cinese di Tianmen (Hubei) sito nell’area di principale diffusione del virus in Cina ha gradualmente riavviato la produzione a partire dal 13 marzo 2020, dopo un periodo di chiusura straordinaria di oltre un mese. Il riavvio della produzione in Cina (circa il 2% del fatturato del Gruppo), rappresenta un’importante esperienza di successo nel gestire una situazione complessa legata, al problema del Covid-19. L’acquisizione degli ordini, appena dopo la riapertura, è stata sostenuta.
Gli altri stabilimenti esteri del Gruppo, in Finlandia, Polonia, Rep. Ceca, Svezia e USA, sono attualmente operativi. Tuttavia, non si può escludere che le varie autorità locali possano adottare misure restrittive, via via più stringenti per contrastare l’espansione dell’epidemia di Covid-19.
Complessivamente la capacità produttiva del Gruppo ad oggi in “lock down” è stimabile tra il 50 ed il 55%. Tale situazione è mitigata dal fatto che anche alcuni importanti clienti (italiani ed esteri) hanno interrotto la produzione permettendo così di ritardare la consegna degli ordini a portafoglio. L’indipendenza uno dall’altro degli stabilimenti del Gruppo permette anche il trasferimento di alcune produzioni dalle fabbriche chiuse a quelle in attività.
Gli Amministratori stanno costantemente monitorando gli impatti sulla gestione derivanti dalla pandemia e, in via precauzionale, hanno elaborato un piano di mitigazione dei rischi che prevede l’accurata valutazione di spese e investimenti, l’attenzione alla continuità degli approvvigionamenti strategici e il frequente monitoraggio degli incassi e della situazione di tesoreria.
Il presidente di LU-VE Group Iginio Liberali ha dichiarato: «Il nostro “Comitato di crisi” ha messo in atto tempestivamente misure straordinarie per la tutela della salute, in anticipo e più stringenti, rispetto a quanto previsto dalle ordinanze emanate dalle autorità competenti nei diversi paesi. Per questo voglio ringraziare tutti coloro che hanno lavorato letteralmente giorno e notte, con una passione e una dedizione commovente, per garantire la nostra salute e preservare il patrimonio aziendale di fronte a un’emergenza di proporzioni inimmaginabili».
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