Saronno, Mauro Rotondi (Pd): “Da soli non si vince. Occorre un piano Marshall europeo”
Nota di di Mauro Rotondi, assemblea Regionale PD e del direttivo saronnese
Nota di di Mauro Rotondi, membro dell’assemblea Regionale PD e del direttivo saronnese
“Il passato è il prologo, il futuro è nelle vostre mani” direbbe forse William Shakespeare per fotografare l’emergenza sanitaria attuale con le altre emergenze destinate ad aggiungersi.
In particolare, sul fronte economico, in Europa si gioca nei prossimi giorni la partita più importante da cui dipenderà molto del nostro futuro.
L’esito dei negoziati di Bruxelles appare al momento incerto. L’Italia e i paesi del Sud Europa, impegnati in una ferma riforma delle regole per aumentare spesa pubblica e debito senza condizionalità, trovano opposizione nella Germania e nei paesi del Nord Europa, Olanda in primis, pronti a difendere rendite di posizione e supremazia finanziaria.
L’Italia, primo paese colpito dal virus, ha per prima sostenuto l’urgenza di cambiare regole e vincoli Europei per rispondere al salvataggio di imprese e persone. Bene stanno facendo Conte e Gualtieri e con loro Sassoli, Amendola e Gentiloni nei rispettivi ruoli a ribadire la linea già espressa dall’ex Presidente della BCE Mario Draghi, fondata su indebitamento e iniezione di liquidità.
Al momento Commissione Europea e BCE hanno dato una risposta positiva con la sospensione del Patto di Stabilità e la riapertura al Quantitative Easing della BCE per 750 miliardi, un’azione senza precedenti come richiede un’economia di guerra come quella attuale. Tuttavia, a conti fatti, non è ancora sufficiente per attutire il grande shock di una depressione economica all’orizzonte, considerando la perdita del PIL Europeo stimata tra il 3 e il 10% annuo. Ai negoziati sono sul tavolo varie proposte quali riforma del Mes, incremento nell’uso dei Fondi Europei, Eurobond, Coronabond. Tutto va bene purché si faccia presto qualcosa, anche con un po’ di fantasia. Occorre in sostanza un piano Marshall Europeo, in cui i paesi membri diano prova di solidarietà reciproca a tutti i livelli condividendo il progetto di rinascita.
Per riformare le regole serve a questo punto il consenso unanime del Consiglio degli Stati Europei. In gioco c’è molto del nostro futuro. Diversamente, in caso prevalgano egoismi e miopie, l’Euro e l’Europa finirebbero di esistere aprendo scenari sconosciuti per le democrazie con ulteriore rischio per l’Italia di diventare un luogo insignificante sulle cartine geografiche.
Alcuni paesi non stanno capendo il momento delicato e ignorano una catastrofe pronta ad incombere. Una frammentazione dell’Europa porterebbe infatti a un’immediata regressione di benessere e diritti. In questa partita non ha senso usare tatticismi poiché a rimetterci saranno tutti, compresi i paesi del Nord. Nella difficoltà attuale giunge pertanto l’opportunità, spesso invocata in questi anni, di riformare le regole: un’Europa solidale dove nessuno è lasciato solo o tenuto sotto ricatto è l’unica strada percorribile per avere un ruolo nel mondo e raggiungere quell’unità politica tanto auspicata.
L’Unione Europea è chiamata ora ad essere all’altezza. Nessuno può farcela da solo e le divergenze sono superabili se ci sarà un confronto serrato ai massimi livelli, sforzandosi di capire ognuno le ragioni dell’altro. In un mondo dove sempre più nazioni si consegnano a sovranismi e totalitarismi l’Europa, pur con difetti e limiti, rimane l’ultimo baluardo dei diritti e delle libertà. La condivisione di un momento drammatico come questa pandemia rappresenta pertanto un’occasione, l’ultima, per crescere e diventare più forti. Essere o non essere, a proposito di William Shakespeare.
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