Solaro, l’assessore Caronno: “No alla distribuzione di mascherine proposta dalla minoranza”
Un gruppo consiliare di minoranza ha proposto una distribuzione massiva di mascherine alla popolazione
Il Comune di Solaro ha diramato un comunicato rivolto alla cittadinanza per fare chiarezza sull’utilizzo di mascherine. Un gruppo consiliare di minoranza ha inoltre proposto una distribuzione massiva di presidi non omologati alla popolazione, iniziativa non approvata dalla giunta.
L’ultimo aggiornamento dell’amministrazione circa il bilancio del contagio sul territorio, pubblicato venerdì 27 marzo, parla di 18 casi positivi e di oltre 20 persone in sorveglianza attiva. Vi sono però notizie positive: 4 solaresi sono stati dimessi dopo aver reagito bene alle cure.
«Gli over 65 sono invitati a non uscire di casa. Per le persone in difficoltà a rischio isolamento sociale, senza reti famigliari, in isolamento obbligatorio o con disabilità il Comune ha predisposto un servizio di consegna spesa e farmaci formando un gruppo di volontari.
Per tutti gli altri, l’invito è rivolgersi a famigliari o vicini di casa per le esigenze primarie evitando così di dover uscire dalla propria abitazione. È stato anche creato un elenco di esercizi commerciali di prossimità disponibili per la consegna a domicilio proprio per andare incontro ad ogni esigenza.
Si ricorda che l’utilizzo di mascherine riduce la dispersione delle goccioline di saliva, non protegge chi le utilizza (a meno di presidi dedicati a chi lavora a contatto con casi confermati).Avere una mascherina non consente di lasciare la propria abitazione se non in caso di necessità comprovate, lavorative o sanitarie.
Il Comune di Solaro ha dotato di mascherine omologate con marchio CE per il personale a stretto contatto con il pubblico come gli agenti di Polizia locale, i volontari della Protezione Civile, i dipendenti comunali dei servizi essenziali ed i volontari del gruppo di consegna a domicilio di spesa e farmaci proprio per proteggere la popolazione».
Il commento di Christian Caronno, assessore alla Comunicazione: «Non possiamo appoggiarne la distribuzione di mascherina prospettata da un gruppo consiliare di minoranza per una serie di motivi.
Primo e principale: le fasce deboli della popolazione, mascherina o non mascherina, non devono lasciare la loro abitazione.
Le indicazioni sono chiarissime: per le fasce cosiddette fragili è previsto un servizio comunale di assistenza, per gli altri è raccomandato di rivolgersi a famigliari o vicini di casa perché non devono assolutamente uscire di casa. Distribuire mascherine che non sono presidi sanitari prioritariamente ai cittadini over 65 è ulteriormente pericoloso, gli anziani potrebbero credere in una protezione che questo tipo di mascherina non può dare.
In generale l’eventuale consegna di questi dispositivi può rivelarsi un pericoloso segnale di apertura: ricordiamo a tutti che non sono terminate le restrizioni e di conseguenza non è sufficiente indossare una mascherina per circolare liberamente. In questo periodo buona parte dell’attività di sensibilizzazione delle amministrazioni ad ogni livello, svolta nelle ultime settimane rischierebbe di essere compromessa.
Pensare che l’utilizzo di dispositivi non sanitari sia “meglio di niente” significa non comprendere che con quel tipo di mascherina il rischio di contrarre il Covid-19 è paragonabile al non indossarla. Il gruppo consigliare che intende effettuare la distribuzione di questo tipo di mascherine rischia di inficiare il lavoro quotidiano di sensibilizzazione che l’amministrazione sta facendo sul territorio, contattando personalmente decine di persone, creando legami con i medici di base, collaborando con le farmacie, rispondendo a numerose e-mail e affrontando questioni più disparate. Tutto per permettere ai cittadini di rimanere in sicurezza a casa. Vedere il nostro lavoro messo a rischio è veramente frustrante».
Ad esprimersi, anche il sindaco Nilde Moretti: «Come Comune siamo stati e siamo tuttora impegnati nel reperimento dei dispositivi di protezione individuale omologati e sicuri per dotarne gli agenti di Polizia locale, i volontari della Protezione Civile, i dipendenti comunali ancora al lavoro per i servizi di necessità ed i volontari che con tanto coraggio e generosità sono impegnati nel servizio di consegna della spesa e dei farmaci a domicilio. Come Sindaco la priorità per la dotazione di DPI è giusto destinarla a loro. Inoltre, da primo cittadino sento la responsabilità civile di evitare di accedere più del dovuto alle scorte dei dispositivi sanitari omologati magari distogliendole dalla disponibilità di operatori sanitari o civili in lotta in prima linea per assistere i malati o le persone in difficoltà ed è per questo che come Comune non possiamo promuovere né un acquisto massivo né tanto meno l’acquisto di presidi non sanitari».
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