Avis Saronno, emergenza sangue rientrata. L’appello ai donatori: “Programmate la donazione in anticipo”
Per via della paura del Coronavirus soprattutto durante le prime due settimane di marzo i donatori si erano ridotti sensibilmente. Oggi la situazione è tornata alla normalità
È tornata la normalità anche al centro trasfusionale di Saronno dopo che in seguito ai primi casi di contagio di Covid-19 in Italia era drasticamente calato il numero dei donatori giornalieri. Per via della paura del Coronavirus infatti, soprattutto durante le prime due settimane di marzo i donatori si erano ridotti sensibilmente, passando al centro trasfusionale di Saronno da una media di 20/25 persone a 6/7 donatori al giorno. Il calo dei donatori si è protratto per un paio di settimane causando un abbassamento nei livelli di scorte a disposizione, che sono comunque state sufficienti a coprire il fabbisogno giornaliero, costituito da circa 1800 pazienti al giorno, a livello nazionale, che necessitano di trasfusioni. «In questo momento con le sale operatorie che stanno lavorando un po’ meno per via dell’emergenza dovuta al covid-19 e con meno emergenze dovute a meno incidenti, la necessità di sangue un po’ è diminuita, ma avendo meno donatori siamo andati un po’ in crisi» spiega Matteo Carugati, presidente di Avis Saronno.
Dopo una serie di appelli lanciati attraverso i social e i media, la situazione è tornata nella normalità: «Gli appelli uniti allo sforzo che ha fatto l’associazione di chiamare tutti i donatori ha portato a degli ottimi risultati – commenta Carugati – Settimana scorsa abbiamo avuto i centri trasfusionali pienissimi. La gente ha risposto in maniera molto generosa per cui in una settimana abbiamo recuperato tutto quello che è mancato nelle settimane precedenti».
La situazione oggi è quindi ristabilita e l’appello dell’associazione è quello di non andare a donare il sangue senza prenotare, ma di programmare sempre la donazione: «Questo ci permette di bilanciare i carichi di lavoro dell’ospedale e di ridurre l’affollamento nelle sale di attesa. È necessario sempre programmare la donazione, ma soprattutto in questo periodo – sottolinea il presidente Carugati, che ha altresì evidenziato la sicurezza della donazione, che viene sempre accompagnata da un “triage” iniziale eseguito nel centro di raccolta, con la misurazione della febbre e la compilazione di un questionario – in più in più invitiamo il donatore nel caso in cui compaiano sintomi influenzali nei 14 giorni successivi alla donazione a contattare il centro trasfusionale per segnalarlo».
Il consiglio dunque per i donatori che vogliano fare la propria donazione è quello di chiamare Avis e programmare la donazione anticipatamente in modo da non creare ulteriori difficoltà alla struttura ospedaliera.
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