Mambretti (Cna Varese): “Sono tanti soldi ma probabilmente non basteranno”
"Non è il momento delle polemiche. Da questa vicenda drammatica si capirà anche se il sogno dell’Unione Europea è destinato a infrangersi"
Luca Mambretti, presidente di Cna Varese, commenta il decreto legge “Cura Italia“. È notizia di questi giorni che alcuni impiantisti dell’associazione datoriale varesina hanno offerto gratuitamente la loro opera per la costruzione del grande reparto di terapia intensiva previsto da Regione Lombardia a Milano Fiera.
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Venticinque miliardi di euro subito per far fronte all’emergenza Covid-19 e finanziamenti mobilitati per 350 miliardi. Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto legge “Cura Italia”, che prevede una serie di misure di sostegno e di spinta all’economia italiana e che, nell’intento del Governo, vuole sostenere ed essere vicino alle imprese, alle famiglie a tutti quelli che stanno facendo enormi sacrifici per il bene comune.
Nella presentazione del provvedimento il Presidente del Consiglio ha affermato che si tratta «di una manovra economica poderosa, non possiamo combattere un’alluvione con gli stracci e i secchi». Ma abbiamo costruito una vera e propria diga protettiva per famiglie, imprese e lavoratori e vogliamo che l’Europa ci segua, e il ministro dell’Economia ha specificato che è una prima risposta data all’emergenza, aggiungendo che il prossimo intervento è previsto per aprile. Sono considerazioni che rendono bene la gravità della situazione ed esprimono in positivo la volontà di conciliare il superamento dell’emergenza sanitaria, cui tutti siamo chiamati a contribuire, con l’esigenza di dare continuità a un’economia prostrata al limite del collasso, le cui ricadute negative impatterebbero in modo drammatico sulla coesione sociale.
Alla CNA pare che il decreto intervenga, come era possibile fare in questa fase, dando una prima, ancorché parziale risposta; le risorse stanziate sono tante, anche se probabilmente non basteranno; andare oltre la scadenza temporale di fine maggio significa in ogni caso guardare con realismo al futuro prossimo venturo, ed è quello che oggi si può fare. D’altronde, basterebbe guardarsi indietro di un solo mese per capire come sia impossibile formulare previsioni sulla durata e sugli sviluppi della crisi. E pertanto l’obiettivo ambiziosissimo di non consentire la perdita di un solo posto di lavoro e di non fare chiudere una sola impresa è stato perseguito con misure che consentono, nel brevissimo periodo, di conseguirlo. A
Ad aprile, quasi certamente, se ne dovrà riparlare. Due ultime considerazioni, di carattere generale. Non è il momento delle polemiche e dire oggi quello che si poteva fare é il più inutile e dispendioso degli esercizi, visto che davvero del senno di poi sono piene le fosse. Da questa vicenda drammatica si capirà anche se il sogno dell’Unione Europea è destinato a infrangersi : negli ultimi giorni, purtroppo, i suoi componenti e i suoi organi istituzionali sono andati in ordine sparso, badando molto più al proprio particolare che alla visione comune.
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