Coronavirus e comunità, don Armando rivolge una preghiera “per gli ultimi”
Il parrocco della chiesa prepositurale dei Santi Pietro e Paolo di Saronno commenta la situazione che sta vivendo la popolazione: "Cambia la vita di tutti, ci dobbiamo adeguare. Serve riflessione e consapevolezza"
«Prego perchè il virus non arrivi dove ci sono gli indifesi, chi non ha cure, aiuto, sostegno». Don Armando Cattaneo, parroco della chiesa prepositurale dei Santi Pietro e Paolo di Saronno, commenta la situazione che stanno vivendo la città, il Paese e tutto il mondo, costretto a combattere un nemico invisibile e pericoloso come il coronavirus.
«È una realtà mai affrontata prima d’ora e come sempre in queste circostanze ci sono due tipi di atteggiamenti che si manifestano – spiega don Armando -. La paura, che è legittima e può produrre prudenza, positiva in queste occasioni, ma anche panico, che non va assolutamente bene soprattutto se irrazionale. In questi giorni abbiamo assistito a scene come le corse nei supermercati che hanno poco senso, se non appunto una reazione di panico irrazionale».
«L’altra reazione che si può avere è quella della ricerca di un risvolto positivo a tutto questo. Io vedo due letture in questo senso. Da una parte c’è chi ne approfitta, chi gioca sulle paure della gente e specula: il panico fa comodo ai potenti, a chi punta tutto sull’individualismo sfrenato ed esasperato. Oggi ci troviamo ad affrontare questa sfida, vedere tante cose “normali” proibite fa paura anche a noi cristiani che siamo abituati a vivere in maniera diversa – continua don Armando -. L’altra faccia di questo risvolto positivo può essere quella della riflessione: ci troviamo in un momento nel quale siamo tutti obbligati a rinunciare, molti sono in sofferenza e in questi momenti ci si deve rendere conto di quanto siano importanti i legami, la solidarietà, le reti sociali. Non si vive da soli, non si vive come isole. È il momento di accorgersi di questo e di capire che i muri non servono, creano solo altri muri. Adesso siamo noi “prigionieri” di una situazione, mentre fino a poco tempo fa volevamo escludere una serie di persone dalla nostra comunità: che effetto fa non essere accolti? Che effetto fa essere vittime di muri? Chi di spada ferisce, di spada perisce, questa ne è la dimostrazione».
«Ne usciremo, con la consapevolezza che vanno rispettate le regole – prosegue don Armando -. L’italiano per come è fatto tende a minimizzare, a non rendersi conto del pericolo finchè non lo tocca con mano. Nella vita di tutti ci sono rinunce, cambiamenti, dalle Messe che saltano e che mancano come segno di condivisione eucaristica, fino agli appuntamenti di ognuno. Per la prima volta anche noi parroci abbiamo annullato la riunione del martedì mattina, nella quale ci troviamo con i sei sacerdoti di Saronno e poi andiamo a pranzo tutti insieme. Ci adeguiamo, pregando perchè tutto finisca presto e bene, con un pensiero speciale a chi è nei campi profughi, dove non c’è nessun tipo di aiuto e ci sono gli ultimi di questo mondo».
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