Noi, il coronavirus
La posizione di Varesenews rispetto alla crisi del coronavirus. Massima fiducia nelle istituzioni, ognuno sia responsabile a partire da noi. Nessun "bollettino di guerra", ma tante informazioni di servizio alle comunità
Sono stati otto giorni difficili e i prossimi non saranno da meno. Su tutti noi pesa l’incertezza perché nessuno è in grado di dire come evolverà la situazione.
Ognuno di noi pesca energia dalla propria personalità, ma non abbiamo punti di riferimento. Soprattutto dalle nostre parti dove dalla fine della seconda guerra mondiale non viviamo una crisi generalizzata. La diffusione del virus ci lascia sospesi, alcuni ancora oggi increduli, altri molto spaventati, e via via che passano i giorni cresce un sentimento ostile: “Basta, smettetela, non parlatene più perché seminate il terrore”.
Un atteggiamento che non vuole accettare che qualcosa potrebbe succedere anche a casa nostra. E di fatto succede nella nostra regione che è la più esposta in questo momento.
Varesenews da subito ha preso una posizione chiara affidandosi a due parole potenti: fiducia e responsabilità. Sono ancora loro ad alimentare il nostro lavoro. Fiducia nelle istituzioni, responsabilità a qualsiasi livello a partire dall’essere cittadini consapevoli e solidali fino a chi come noi deve gestire l’informazione.
E mai come in questi momenti abbiamo bisogno di conoscere cosa succede intorno. In questi otto giorni abbiamo più che raddoppiato le visite al giornale. Nell’occasione del primo provvedimento della regione abbiamo avuto per ore oltre diecimila persone collegate in contemporanea chiudendo così la giornata di domenica con quasi seicentomila visite.
Non abbiamo mai ragionato, nemmeno un momento, su come poter veicolare una informazione per avere una audience ancora maggiore. Né con il giornale, tanto meno con i nostri social. Abbiamo scelto una linea precisa che non cerca le notizie a tutti i costi giocando magari sui classici condizionali scritti per dire e non dire. Non ci interessa un “bollettino di guerra” fatto di numeri. Pubblichiamo i dati ufficiali che tutti i giorni ci fornisce la regione Lombardia. Troverete, come è giusto che sia, ogni posizione resa pubblica dalle istituzioni, come dai sindaci ad esempio.
Un’altra scelta netta è quella della mole di informazioni. Non siamo caduti e ci auguriamo di non cadere in quello che viene definito gigantismo di un tema. Le notizie che riguardano il coronavirus stanno tenendo banco, ne siamo consapevoli e sappiamo bene che è fondamentale aggiornarle, ma la vita continua. Per questo abbiamo scelto di non usare più la crisi del virus come notizia di apertura. Deroghiamo solo quando c’è una informazione di servizio importante a cui va dato il massimo rilievo.
Ci rendiamo conto che tutto questo è poco rispetto ai tanti che gridano e hanno gridato (molto meno dalle nostre parti per fortuna), ma questo è il momento di stare uniti, di “riprendere a camminare insieme come comunità” come ci raccontava ieri il parroco di Besnate dopo avere celebrato la sua prima Messa in diretta streaming su Facebook e YouTube. È anche il momento di guardare con occhi diversi quello che si può fare. La limitazione di alcune libertà è pesante, ma può aiutarci a riflettere.
Tutti ne faremmo a meno, e anche noi siamo seriamente preoccupati degli effetti di questa crisi. Il clima di incertezza globale, l’annullamento di tanti eventi colpisce i soggetti in modi diversi. Per chi come noi ha i maggiori proventi economici dalle imprese, dalle associazioni, da chi organizza e gestisce eventi, è un momento molto delicato. Lo sappiamo e cerchiamo di affrontare la situazione facendo leva sull’energia e sulla positività convinti che il nostro lavoro ha un valore forte per la comunità e che questa nei momenti giusti, fuori dalla crisi, saprà riconoscerlo.
Oggi avviene già e lo vediamo dalla tanta attenzione che mettete nel nostro lavoro. Non smettete di averne. È lo stimolo migliore perché noi si faccia sempre meglio.
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Loro ne fanno già parte
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