L’ultimo commosso saluto ad Augusto Reina
Al Santuario di Saronno le esequie e l’ultimo abbraccio all'imprenditore, patron di Illva e Disaronno: momenti di partecipazione, commozione e gratitudine per un uomo amato da tutti
Saronno ha abbracciato per l’ultima volta Augusto Reina: un pomeriggio di cordoglio, di sincera commozione e gratitudine per un uomo capace di cambiare il volto e la storia di un’intera città.
Tantissimi i presenti, tra cittadini, amici e conoscenti, dipendenti, ex dipendenti e tutte le squadre della Caronnese, la società calcistica di cui Reina era presidente, con tanto di striscione e una dedica speciale al patron. Insieme a loro tante autorità: vertici dell’economia e dell’industria locale e nazionale, il comandante della Polizia Locale di Saronno Giuseppe Sala e della compagnia dei Carabinieri Francesco Laghezza, il sindaco Alessandro Fagioli, il sindaco di Cislago Gianluigi Cartabia e il primo cittadino di Caronno Pertusella Marco Giudici.
Tante persone costrette sul sagrato del Santuario, non grande a sufficienza per contenere tutti, ma scelto per il funerale perchè è «un luogo a cui Augusto e la famiglia erano particolarmente legati», come ha spiegato il prevosto di Saronno don Armando Cattaneo. E’ stato lui, insieme ai parroci Roberto Verga di Cerro Maggiore e Carlo Venturini di Caronno Pertusella, a tenere la celebrazione funebre e la toccante omelia, che ha fatto seguito alla lettura del Vangelo della Beatitudine.
«La lettura del Vangelo è stata scelta dalla moglie Luciana. Se Augusto potesse parlare adesso, testimonierebbe che la vera beatitudine è quella descritto da questo Vangelo» ha detto nella premessa dell’omelia il prevosto, che ha poi proseguito ricordando la straordinaria umanità che ha contraddistinto Augusto Reina: «L’orgoglio di Augusto è stato quello di dare a tanti giovani la possibilità di coltivare la passione per il calcio, di creare posti di lavoro e di aiutare famiglie, come se fosse una persona di tutti. La sua stazza fisica era il riflesso della sua statura morale: è stato un gigante di umanità, un esempio, un uomo da cui imparare. Si è sempre detto che per reggere la concorrenza lavorativa bisogna essere spietati, ma ad Augusto bastava il suo raggiante sorriso. È stato un cittadino senza confini, affamato e assetato di giustizia, capace di non far mancare mai niente a nessuno, come se fossero tutti suoi figli. Le sue opere nel mondo sono un desiderio di giustizia, di distribuzione della ricchezza e della provvidenza. Il 29 agosto Augusto si è fermato di colpo, su un letto. Ha trascorso momenti di cura continua e instancabile, ma sempre accompagnati dall’infinito amore e affetto della sua famiglia. Luciana mi ha più volte detto “è stato curato in modo eccellente”: Augusto si è sentito curato bene qui, a casa sua».
Il sacerdote ha poi così concluso: «Ha garantito lavoro e continuità a tante famiglie, e questo è il massimo dell’opera caritativa ed evangelica. Ringraziamo Augusto per il prestigio e i valori che ha saputo dare a Saronno». Prima della benedizione finale, il ricordo della nipote Francesca: «Caro zio, oggi il cielo è più scuro e meno sereno. Voglio ricordare i tuoi occhi azzurri e le tue mani forti, dovremmo tutti imparare da te a vedere quel magico raggio di sole che ogni giorno irradiavi tra noi».
Un lungo applauso ha accompagnato l’uscita del feretro, atteso dalla folla all’esterno e dalle squadre giovanili della Caronnese, schierate in divisa con esposto lo striscione “Per la Caronnese successo e onore, più di un presidente un vero signore. Ciao Augusto, sarai sempre con noi”. La salma è stata trasportata nella cappella di famiglia del cimitero di Saronno, concludendo così l’ultimo abbraccio della città a un uomo che sarà ricordato per sempre, da tutti.
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