Dandelion e lo sport come strumento educativo
Lo sport non è solo movimento e divertimento. È anche uno strumento capace di trasmettere le regole del vivere sociale. Abbiamo incontrato Dandelion, cooperativa sociale saronnese che da qualche anno lavora a stretto contatto con minori in diversi tipi di realtà, offrendo servizi educativi e socio-assistenziali che abbiano come focus lo sport quale veicolo di valori e insegnamenti
Lo sport non è solo movimento e divertimento, ma è soprattutto un veicolo di valori e insegnamenti, capace di trasmettere le regole del vivere sociale, quali gioco di squadra, onestà, tolleranza, perseveranza. Abbiamo incontrato Dandelion, cooperativa sociale saronnese che da qualche anno lavora a stretto contatto con minori in diversi tipi di realtà offrendo servizi educativi e socio-assistenziali. L’obiettivo è quello di portare lo sport in tutti i progetti educativi di cui si occupa l’organizzazione, presentandolo nella sua accezione più ampia come canale educativo capace di promuovere educazione, socializzazione e formazione.
Tutto nasce qualche anno fa da un progetto estivo legato allo sport: un camp al mare di qualche settimana dove ragazzi e ragazze avevano la possibilità di provare tutti i giorni tre tipi di sport diversi relazionandosi e confrontandosi con gli altri e vivendo una sana esperienza di gruppo. Da lì è nata l’idea che poi è stata estesa ad altri ambiti. La cooperativa, partita con 5 educatori, oggi è composta da una squadra di 55 persone: non solo educatori laureati in scienze motorie, ma anche psicologi, logopedisti e pedagogisti.
Oggi Dandelion lavora in decine di enti pubblici e privati quali scuole, comuni e oratori, offrendo assistenza educativa e scolastica con l’obiettivo di consolidare l’inserimento dei giovani nel tessuto sociale, combattendo la dispersione scolastica e le diverse forme di dipendenza e supportando i giovani nella fase di cambiamento e crescita più importante. «L’intento è quello di portare lo sport nei vari progetti educativi che presentiamo, e laddove lo sport non è possibile applicarlo, applichiamo quelle che sono le regole dello sport: socializzazione, spirito di squadra» spiega Gianluca Marinaro, presidente della Cooperativa.
Da qualche mese la cooperativa si è trasferita in una nuova sede saronnese, dove da novembre è attivo il primo centro diurno per minori: una decina di giovani indicati dagli assistenti sociali vengono seguiti da quando escono da scuola fino a sera, quando i ragazzi rientrano nelle proprie case. I primi riscontri del progetto sono positivi, come spiega Gianluca: «i ragazzi si sono affezionati tanto. Una cosa bella che abbiamo notato è che a Natale abbiamo regalato ai ragazzi la Playstation; la cercano, ma qui non è indispensabile per loro, si divertono e giocano con i vecchi giochi».
Un progetto ambizioso in fase di avviamento al centro sono due micro-comunità alloggio, una per i minori dai 6 ai 13 anni e l’altra per adolescenti dai 13 ai 21 anni; comunità dove ragazzi segnalati dagli assistenti sociali o dal tribunale dei minori risiederanno 365 giorni all’anno.
Dandelion è un bell’esempio di realtà aggregativa. Nonostante sia presente sul territorio da pochi anni, lavora oggi con decine di enti, rispondendo in maniera innovativa ai bisogni di una delle categorie sociali più fragili, quella dei giovani.
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