Roberto Guaglianone: “A Saronno i fascisti, i nazisti e i loro alleati non passano mai inosservati”
La polemica legata all’iniziativa sui servizi sociali patrocinata dal Comune e organizzata da due sigle riconducibili all’estrema destra non si placa
La polemica legata all’iniziativa sui servizi sociali patrocinata dal Comune e organizzata da due sigle riconducibili all’estrema destra non si placa.
Ad intervenire sui propri profili social è Roberto Guaglianone di Attac Saronno, già consigliere comunale e storico attivista: «Qualcuno mi riesce a spiegare razionalmente la coerenza di uno che si presenta alla posa della pietra d’inciampo per un saronnese mandato da Hitler a morire nei campi di sterminio e che, 15 giorno dopo, patrocina e presenzia ad un evento il cui moderatore ha avuto problemi con la legge perché, tra le altre cose, di Hitler festeggiava pubblicamente il compleanno – commenta Guaglianone, presente insieme alla quindicina di manifestanti convocati da Anpi Saronno nella serata di martedì 11 febbraio -? A Saronno i fascisti, i nazisti e i loro alleati, presenti dentro e fuori dalle istituzioni, non passano mai inosservati. Né passa inosservato l’uso di spazi – che sono di tutti – destinato, con tanto di patrocinio (NON IN NOSTRO NOME), ad ospitare personaggi che, se la nostra Repubblica antifascista non fosse stata ridotta a farsa, trascorrerebbero la loro esistenza nelle patrie galere. Lo sappiano, le cittadine e i cittadini saronnesi, di chi sono amici e sostenitori i fratelli Fagioli, l’assessore Tosi, l’assessore Guaglianone e tutta la loro compagine di governo, comprese Forza Italia e Saronno al Centro, quando si presenteranno uniti (e si richiederanno “vergini”) alle elezioni amministrative. Proprio ieri l’ennesima tardiva, troppo tardiva sentenza, ci ha tu ricordato che tutta la “strategia della tensione”, le bombe contro gli italiani e la democrazia dal 1969 al 1980, sono state collocate da manovalanza fascista, e che fascisti erano coloro che ne pianificano le trame insieme a servizi deviati, governanti, Stati Uniti d’America. Noi, questa gente, i loro nipotini, e quante/i a loro si accompagnano, non li vogliamo».
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