Smog ancora alto (ma l’aria sta per cambiare)
Valori ancora elevati di inquinanti ma in serata l'arrivo di una perturbazione dovrebbe portare miglioramenti alla situazione, favorendo il ricircolo dell'aria
La cappa di smog che dall’inizio del 2020 sta accompagnando la Pianura Padana ha le ore contate. Una perturbazione è infatti pronta a valicare le Alpi portando qualche pioggia ma anche e soprattutto dei venti in grado di cambiare l’aria.
Secondo le previsioni del Centro Geofisico Prealpino nella serata di venerdì 17 gennaio le nuvole dovrebbero addensarsi anche su tutto il Varesotto portando pioggia e qualche fiocco di neve oltre gli 800-1000 metri. L’aspetto più importante è però quello del vento. Inizierà a soffiare già questa sera con l’arretramento dell’alta pressione e continuerà, anche con più forza, nella giornata di domani.
Una buona notizia per ripulire un po’ l’aria. Oggi, infatti, in tutta la Città Metropolitana di Milano scattano le nuove limitazioni del piano regionale dopo 10 giorni ininterrotti di sforamenti. Una cappa di inquinanti che, ovviamente, non conosce confini e che attanaglia anche la nostra provincia. Maglia nera a Busto Arsizio dove il PM10 ha toccato quota 87 microgrammi per metro cubo d’aria a fronte di un massimo consentito di 50. Poco sotto Saronno con 85 microgrammi di PM10 e ben 73 di PM2,5 (un dato che a Busto non viene registrato, ndr). Poco meglio va a Ferno dove la centralina di Apra ha registrato una media di 72 µg/m³ di PM10. Aria più pulita a Varese dove la media giornaliera si è fermata a 50 µg/m³.
Con questi dati anche in provincia di Varese presto potrebbero scattare le limitazioni di primo livello del cosiddetto “accordo aria”. In ogni caso, in situazioni come questa, è bene mettere in atto quelli “comportamenti virtuosi” per ridurre l’inquinamento. Arpa ha così diffuso un elenco di consigli per rendere le proprie attività ad un impatto ambientale minore (leggi qui). Nello specifico si consiglia di guidare a basse velocità e con un regime costante per quanto possibile e di rispettare i limiti di temperatura imposti per legge (20°C edifici residenziali) e se possibile abbassare la temperatura di un grado.
Questione a parte quella che riguarda stufe e camini che sono ritenuti i responsabili della metà delle emissioni di PM10 in atmosfera. Per questi motivi oltre ai consigli per ridurre l’impatto delle accensioni degli impianti a legna Arpa invita “non utilizzare l’impianto di riscaldamento a legna nei periodi critici, se disponibili altri sistemi di riscaldamento tradizionali a gas metano o gasolio, perché comunque è più inquinante delle altre tipologie impiantistiche”.
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