Amazon Origgio, sessanta driver in sciopero
Corrono per le nostre città per consegnare i pacchi nel giro di pochi giorni: sono i lavoratori in appalto del gigante del commercio online. "Non si prendono in considerazione le condizioni meteo, la lunghezza dei tragitti, il traffico"
Martedì 26 febbraio una sessantina di lavoratori hanno organizzato un presidio davanti al deposito Amazon di Origgio. La totalità dei driver ha incrociato le braccia, tanto che non sono state effettuate consegne o ritiri e il cancello del deposito è rimasto chiuso. Sul posto anche una pattuglia di carabinieri ma tutti si è svolto senza problemi.
«Torniamo a scioperare – spiega Emanuele Barosselli di Filt Cgil – per denunciare i carichi di lavoro a cui sono sottoposti i driver che tutti i giorni consegnano i pacchi nelle case dei consumatori digitali».
È un problema che riguarda l’intera filiera: «Le aziende in appalto per accaparrarsi qualche rotta in più spremono i dipendenti per consegnare tutto ciò che gli è stato assegnato anche quando il furgone è colmo di pacchi. Non si prendono in considerazione le condizioni meteo, la lunghezza dei tragitti, il traffico. L’importante è consegnare tutto e velocemente».
Sul piatto anche rivendicazioni economiche: «A questo possiamo aggiungere i ritardi nel pagamento degli stipendi, le buste paga costantemente sbagliate, le franchigie per i danni ai mezzi utilizzate come strumento di autofinanziamento aziendale, la difficoltà delle aziende a stare dentro le regole».
Nel primo pomeriggio i lavoratori presenti al presidio di Origgio si sposteranno a Milano: «Chiediamo un intervento responsabile ad Amazon sulla filiera che viene frammentata sempre di più ed un piano concreto sul carico di lavoro e sulle assunzioni per redistribuire le consegne, aumentare la qualità e costruire lavoro stabile».
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