Il Comune in prima fila nella lotta alle ludopatie
Caronno Pertusella ha recentemente fatto scuola sul fronte della protezione delle aree sensibili delle città dall'insedimento di sale slot
«Il gioco patologico è uno dei problemi della nostra società e come amministrazione pensiamo sia nostro dovere porre un freno a questo problema utilizzando i pochi strumenti che mette a nostra disposizione la legge». Ha le idee chiare il sindaco Marco Giudici quando affronta il tema del gioco d’azzardo e non a caso Caronno Pertusella ha recentemente fatto scuola sul fronte della protezione delle aree sensibili delle città dall’insedimento di sale slot e più in generale spazi per gioco lecito d’azzardo.
LO SPECIALE CARONNO PERTUSELLA
A Caronno è in vigore un regolamento che prevede almeno 500 metri di distanza tra gli apparecchi e i luoghi sensibili con un notevole ampliamento dei punti da tutelare rispetto a quelli già individuati dalla legge regionale. Tra le strutture inserite dal comune caronnese ci sono anche i parchi giochi. Un’azienda aveva chiesto l’annullamento del regolamento ma il Tar ha dato ragione a Caronno decretando che i parchi sono “qualificati come luoghi di aggregazione giovanile, in quanto luoghi ordinariamente deputati allo svago e al tempo libero di tutti i cittadini e, quindi, anche di quelli più giovani”.
«Per noi è stata una sentenza importante – rimarca il sindaco Giudici – quello del gioco è un fenomeno sociale che ha dimensioni preoccupanti come il problema della ludopatia. E’ giusto e doveroso che le istituzioni mettano dei paletti mettendo un freno alla possibilità di lucrare su debolezze della gente».
Del resto Caronno era già “sugli scudi”: «Avevamo un’ordinanza che imponeva di mantenere mille metri di distanza tra gli apparecchi e i luoghi sensibili come ad esempio le scuole. La legge regionale ha ridotto a 500 metri la distanza. Abbiamo ovviamente recepito e rispettato la norma superiore ma abbiamo ritenuto importante considerare anche i parchi pubblici come luoghi sensibili. Come altri spazi di questa categoria sono frequentati da giovanissimi, genitori e nonni che vanno ovviamente tutelati».
«So che l’azienda impugnerà la decisione – continua il primo cittadino – ma è stato bello vedere nelle istituzioni la volontà di rispettare e i tutelare i cittadini cercando di arginare un problema sociale che tocca l’intera comunità a vari livelli».
A Caronno però guardano avanti: «Sarebbe interessante riuscire a concordare alcuni orari di chiusura a livello comprensoriale in modo che ci siano dei momenti in cui “non ci siano luoghi in cui giocare disponibili” così da costringere i giocatori a prendere le distanze».
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