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Bosco dei Giusti: un albero per il medico di Lampedusa

La cerimonia nel Parco delle Groane alla presenza proprio del medico Pietro Bartolo: "Orgoglioso di essere italiano perché l’Italia non ha mai rifiutato nessuno"

Bosco dei Giusti

La “due giorni” in Brianza di Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa che assiste i migranti sbarcati sull’isola mediterranea, ha fatto tappa anche al Parco delle Groane dove, presso il Centro Parco Polveriera, è stato messo a dimora un albero a lui dedicato nel Bosco dei Giusti. Per ascoltare le sue parole sono arrivati gli studenti delle classi terze della scuola media di Seveso di via De Gasperi, gli studenti dell’Istituto comprensivo paritario Don Carlo San Martino di Villa Raverio (i quali hanno dato vita prima della cerimonia a una piccola rappresentazione teatrale all’aperto) e quelli dell’istituto tecnico industriale Hensemberger di Monza.

A fare gli onori di casa c’era il presidente del Parco delle Groane Roberto Della Rovere con il presidente della Provincia di Monza e Brianza Gigi Ponti oltre ai rappresentanti dell’Associazione Senza Confini che assieme al Parco “cura” il Bosco dei Giusti.
«Oggi al Parco delle Groane stiamo vivendo una giornata straordinaria – ha detto Gigi Ponti – Il Parco delle Groane si fa strumento per vivere una operazione culturale di assoluto livello. Sono orgoglioso di farne parte. Qui rappresento tutti gli amministratori di un territorio che deve diventare di accoglienza. In parte già lo è, ma in questo senso dobbiamo fare ulteriori passi in avanti e prepararci a nuove sfide».

Roberto Della Rovere cita la filosofa tedesca Hanna Arendt e il concetto di banalità del male per raccontare la figura di Pietro Bartolo agli studenti: «Abbiamo la fortuna di vedere dal vivo e ascoltare le parole di una persona che ha contrapposto la quotidianità del bene alla banalità del male. Stimo Bartolo per quello che ha fatto, fa e continuerà a fare. Badate bene però, lui non è un eroe, ma è un esempio di banalità del bene. Mi spiego: per Pietro non esistono bianchi, gialli o neri, ma solo esseri umani che soffrono e scappano da una situazione di guerra e vanno in cerca di aiuto. Il primo punto di approdo è una piccola isola dove trovano Pietro e altri uomini come lui pronti a soccorrerli».

Questo il messaggio di Pietro Bartolo: «Sono orgoglioso di essere italiano perché l’Italia non ha mai rifiutato nessuno. Mai ha eretto un muro o un filo spinato come hanno fatto altri Stati appartenenti all’Unione Europea. Non sono Stati cattivi, ma sono Stati cattivamente informati. Non è vero che questa gente porta malattie, comprende terroristi, ci ruba il lavoro. Sono persone come noi, sono persone normali, buone, intelligenti, non vogliono niente. Arrivano a Lampedusa stanchi e distrutti psicologicamente e lì trovano tutta l’Italia ad accoglierli: ci sono le forze dell’ordine, i volontari, i medici, i lampedusani, tutti che si fanno in quattro per aiutarli».
Gli studenti hanno consegnato alcuni doni a Pietro Bartolo da riportare a Lampedusa, fra cui giocattoli e guanti di lana per bambini.

Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 31 Ottobre 2016
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