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Nel 2016 un nuovo farmaco contro il colesterolo. Sanofi investe in Italia

Il gruppo che a Origgio produce il maalox e l'enterogermina dal prossimo anno fino al 2021 lancerà 8 nuovi farmaci

Sanofi

Dire che il gruppo farmaceutico Sanofi parla alla pancia del Paese, anzi del mondo, non è una battuta. Nello stabilimento di Origgio, fondato nel 1971, si producono infatti due farmaci presenti nelle case della maggior parte degli italiani e non solo: il maalox, per il trattamento del bruciore di stomaco, e l’enterogermina, un riequilibratore della flora batterica intestinale.

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Oltre alle due star dell’automedicazione, il gruppo Sanofi, che comprende le controllate Zentiva, Genzyme e Merial, produce molto altro. Si va dai farmaci per le malattie cardiovascolari a quelli per il diabete, dai trattamenti chemioterapici per la cura del cancro a quelli per le malattie rare e la sclerosi multipla, fino ai vaccini e ai prodotti per il benessere degli animali. Si stima che in Italia siano circa 42 milioni le persone curate con un farmaco Sanofi.

Lo stabilimento di Origgio ha aperto le sue porte alle istituzioni del territorio e ai giornalisti. «Un atto di trasparenza e collaborazione» ha detto il direttore Roberto Di Domenico (a destra nella foto) davanti a una platea che in prima fila schierava il sindaco di Origgio, Mario Ceriani, quello di Saronno, Alessandro fagioli, e l’assessore all’Urbanistica del Comune di Cerro, Enrico Croci. Una presenza motivata dalla notevole ricaduta economica e sociale di questo gruppo che in Italia dà lavoro a 2.849 persone, di cui 2.523 dipendenti, distribuiti in 6 siti produttivi per un fatturato di 1 miliardo e 604 milioni di euro, un contributo fiscale dell’attività diretta pari a 278 milioni che sale a 351 milioni con l’indiretta.

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«Paghiamo 17 milioni di euro di tasse – ha sottolineato Fabio Bergamini, regional public affairs di Sanofi- e generiamo un valore aggiunto nel tessuto economico molto alto perché valorizziamo tutta la catena di fornitura composta da 1200 imprese. Certo, si fatica a far capire alla casa madre francese il sistema italiano, ma se siamo qui è perché ci sono le condizioni per investire».

Nello stabilimento di Origgio lavorano 151 persone, 7 giorni su 7, organizzati su tre turni. Il valore della produzione è pari a 41 milioni di euro, la quota di export è di 26 milioni. Nel 2014 sono stati fatti investimenti per 3 milioni mezzo di euro, di cui una buona parte utilizzati per realizzare un impianto di trigenerazione che consente la produzione di calore, elettricità e freddo con un risparmio di circa 650mila euro l’anno e una riduzione sensibile delle emissioni di CO2.

Il cuore della produzione di Origgio è rappresentato dall’enterogermina con 300 milioni di flaconi e 60 tonnellate di principio attivo distribuiti in più di 50 paesi al mondo. Ma Sanofi, che contribuisce complessivamente al Pil italiano con 852 milioni di euro, investe oltre 7 milioni di euro in tanti altri filoni di ricerca coinvolgendo 39 addetti e 541 centri. Attualmente il gruppo farmaceutico sta studiando 34 molecole di cui il 53% in fase avanzata e prevede da qui al 2021 almeno 8 lanci di nuovi preparati. Il primo sarà nel 2016 e interesserà molti italiani amanti della buona cucina perché servirà a ridurre la colesterolemia.

Sulla schermata alle spalle dei dirigenti Sanofi compare la scritta “hope”, che in inglese significa speranza, anche se nell’immaginario collettivo le case farmaceutiche non godono certo di una buona reputazione, soprattutto se si tratta di multinazionali. «Il nostro settore – ha concluso Bergamini – sconta un’immagine negativa in molti casi immeritata. Certo, in passato alcuni errori sono stati fatti, ma parlare genericamente di cattivo settore o cattive multinazionali non ha senso. È importante invece entrare nel merito delle azioni delle singole aziende. Noi lavoriamo per prevenire, curare le malattie e supportare i pazienti».

Redazione Saronnonews
saronnonews@gmail.com
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Pubblicato il 11 Dicembre 2015
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