Rifiuti: differenziata al 64,5%: “Raggiunti gli obiettivi del 2020”
Resi noti i risultati dell’Osservatorio provinciale. Soddisfazione da Villa Recalcati: continuare su questa strada che porta alla riduzione dei costi
Saper buttare al posto giusto i rifiuti ha due vantaggi: spendere meno soldi e aiutare l’ambiente. Sono due azioni a portata di ogni cittadino, dal più piccolo al più grande: i risultati oggi parlano di oltre la metà dei comuni del Varesotto che differenziano più del 65%, un obiettivo che la Regione impone come traguardo per le amministrazioni dandosi come scadenza il 2020; complessivamente il livello di differenziata provinciale è molto vicino a questo dato: oggi siamo al 64,5%.
Numeri resi noti oggi, 9 ottobre, dall’Osservatorio rifiuti della Provincia di Varese: circa 400 mila le tonnellate dei rifiuti che produciamo, ma che finiscono in gran parte nel cestino e al posto giusto: la differenziata aumenta e diminuisce la frazione indifferenziata, quella che una volta si chiamava “sacco nero”.
Il presidente della provincia di Varese Gunnar Vincenzi si dice soddisfatto citando gli attori virtuosi di questa impresa: sono le amministrazioni di numerosi paesi come Malnate, Castellanza, Caronno Pertusella ma anche i comuni aderenti al consorzio Coinger e molti di quelli che fanno parte della Comunità Montana Valli del Verbano.
Proprio quest’ultimo esempio è stato al centro di una considerazione da parte degli esperti dell’Osservatorio, Silvia Colombo e Michele Giavini: le novità introdotte nel Nord della provincia sono due, il microchip e il “secchiello intelligente”.
Nel primo caso si impiega l’Rfid (una sorta di codice a barre che identifica il peso del rifiuto in corrispondenza del numero civico e quindi dell’utente che conferisce); nel secondo, al posto del sacco viola, un secchiello dove ogni famiglia deve far stare il quantitativo corretto di frazione secca: se eccede il volume, il rifiuto non viene ritirato; uno sprone a meglio differenziare ciò che si butta.
Un dato importantissimo perché si traduce in un risparmio effettivo: nei comuni dove la differenziata si attesta a valori alti, attorno al 70-75% il costo è di 83 euro per abitante; dove la differenziata è più bassa – meno del 70% – il costo sale a 98 euro annue per abitanti: un aggravio di 15 euro che inevitabilmente ricade sulla collettività. Con questo sistema, inoltre, si riducono i passaggi dei mezzi di raccolta: meno Co2 prodotta, sempre meno costi.
Resta la questione aperta della frazione umida, che una volta finita nel “bidoncino verde” deve andare poi fuori provincia per venir smaltita: dopo una partenza spumeggiante all’inizio del decennio scorso – con investimenti privati sugli impianti di compostaggio, poi chiusi – ora le nostre 60 mila tonnellate annue di umido per essere trasformate in compost vengono trasportate nel Bergamasco, in provincia di Lodi e in Piemonte.
Ci sono comuni che ancora hanno livelli di differenziata bassi: sono una ventina di piccoli centri che si attestano fra il 59% e il 42%: il totale 62.565 abitanti, meno del 10% della popolazione provinciale: «Per questi centri potrebbe risultare utile la nuova stazione appaltante, che è in grado di predisporre nuovi bandi per la gestione di questi servizi», ha ricordato Vincenzi.
La Provincia di Varese dunque raggiunge traguardi importanti sul tema dei rifiuti attestandosi seconda, dopo Mantova in Lombardia per quanto concerne la differenziata, e raggiungendo livelli di primo piano anche a livello nazionale.
I primi tre comuni della provincia a livello di raccolta differenziata sono Cassano Magnago (80.13%), Brenta (77,43%), Grantola (77%).
Al link qui sotto tutto il report rifiuti 2014
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