Baby Dress, licenziate 7 donne: “Nessun preavviso, ci hanno messo alla porta”
Presidio fuori dai cancelli dell'azienda che produce abbigliamento per bambini. I lavoratori: "Ci hanno trattato come bestie". Nessun commento dalla proprietà
In 7 sono state chiamate nell’ufficio della titolare dell’azienda e tutte hanno ricevuto una lettera di licenziamento che si sono rifiutate di firmare. È accaduto lunedì scorso alla Baby Dress Srl di Caronno Pertusella, azienda che produce dal 1986 vestiti per bambini e che distribuisce con il marchio “La stupenderia”.
Giovedì mattina, 2 aprile, le lavoratrici hanno svolto un’assemblea davanti all’azienda, per chiarire le azioni sindacali da intraprendere per fronteggiare il licenziamento. «Siamo in strada perchè la proprietà ha comunicato l’altro giorno che l’azienda sarebbe stata chiusa per ferie fino al 7 aprile – spiega Antonio Ferrari che segue la situazione delle lavoratrici per Al Cobas -. Nel mese di ottobre è stata avviata una cassa integrazione per alcuni lavoratrici, poi la ditta si è trasferita da Rovellasca a Caronno Pertusella. Abbiamo chiesto spiegazioni, per capire se di fossero davvero i fondi per questa operazione, ma ci è stato risposto di non preoccuparci. Ora la lettera di licenziamento e la comunicazione alle altre rimaste che avrebbero ceduto il ramo d’azienda a un altro gruppo vicino alla famiglia della proprietaria».
«Abbiamo lavorato sempre, anche quando, in questi mesi ci hanno chiesto di fare gli straordinari – racconta Renata Toniolo, 59 anni, mancano 6 mesi alla pensione -. Ora ci viene data questa comunicazione, senza alcun preavviso. Nella lettera scrivono solo che viene cessato il ramo della cucitura, di cui noi 7 facciamo parte».
La delegata Maria Aurilia, da 16 anni alla baby Dress, racconta che «ci è stato dato solo l’acconto del mese di febbraio e la proprietà si è subito irritata quando abbiamo chiesto il saldo. Può capitare ci siano dei problemi, ma fatecelo sapere, non è giusto licenziarci così e farci accompagnare subito fuori dai cancelli».
«C’è da chiarire se possono fare questo – aggiunge Ferrari -. Quando abbiamo fatto le pratiche per la cassa le dipendenti erano superiori a 15 unità e quindi andava applicata la mobilità. Ma la lettera di licenziamento è arrivata all’improvviso, ancora mentre aspettavamo una risposta dalla proprietà per poter avviare una trattativa. Non riusciamo a capire perchè. Qui non è una questione di crisi, è una questione di rispetto dei lavoratori che, così facendo, vengono tratti come bestie.
Nella sede della proprietà, in via Bainsizza a Caronno Pertusella è tutto chiuso. Al telefono risponde sempre la segreteria telefonica che dice di rimanere in attesa, tutte le linee sono occupate. Non ci sono comunicazioni di riaperture.
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