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Aiutava gli imprenditori ad evadere, noto commercialista in manette

Il professionista, che dichiarava redditi da operaio, faceva la bella vita tra viaggi, golf e barche a vela. Dai controlli della Guardia di Finanza è emerso che aiutava decine di imprenditori a portare illegalmente soldi in Svizzera


Creava ed utilizzava fatture false per abbattere gli utili delle sue società  e di numerosi clienti del suo studio di consulenza fiscale: la Guardia di  Finanza di Saronno ha arrestato un professionista della contabilità, con studio in pieno centro, e due sue collaboratrici.  A destare il sospetto dei finanzieri era stato l’elevatissimo tenore di vita del noto  professionista tra viaggi a Dubai, tornei di golf in Sud America, vacanze in barca a vela,  sponsorizzazioni in diverse manifestazioni automobilistiche. Eppure il commercialista dichiarava meno dei suoi dipendenti. Da questa constatazione, emersa in seguito agli incroci delle varie banche dati da parte degli uomini della Guardia di Finanza, sono partiti gli approfondimenti investigativi da parte della tenenza di Saronno, sotto il coordinamento del sostituto procuratore bustocco Nadia Alessandra Calcaterra che ha messo in luce una vera e propria associazione a delinquere, questa l’accusa, diretta dal commercialista con l’aiuto di due sue fedeli collaboratrici, in piedi da oltre nove anni al fine di commettere reati fiscali quali le false fatturazioni con l’aggravante della transnazionalità.

Con le sue competenze professionali, il commercialista ha consentito a numerosi clienti del suo studio sia una notevole evasione di imposta che la costituzione in Svizzera di fondi neri sconosciuti al fisco. Il professionista aveva messo in piedi un giro vorticoso di false fatturazioni emesse a nome delle sue società, di società inattive o coinvolte in procedure concorsuali, di cui lo stesso era tenutario delle scritture contabili, senza che gli effettivi amministratori fossero a conoscenza di tale illecito utilizzo, nonché di società di diritto inglese costituite ad hoc. Il denaro dei clienti veniva loro retrocesso su conti correnti appositamente accesi in Svizzera, a fronte di una commissione del 20 – 30% sugli importi.
Non soddisfatto, il commercialista, utilizzando lo stesso modus operandi, ha praticamente
azzerato il reddito imponibile e annullato il debito IVA derivante dalla sua lecita e remunerativa attività professionale.

Questa mattina (martedì) all’alba, i militari delle Fiamme Gialle di Saronno, coordinati dalla Procura di Busto Arsizio, hanno eseguito la misura cautelare della custodia in carcere nei confronti del commercialista e degli arresti domiciliari nei confronti di due sue collaboratrici per il reato di associazione a delinquere finalizzato alla commissione di reati fiscali.  E’ stato disposto inoltre il sequestro per un valore di circa 1.800.000 €, pari all’imposta
evasa dal professionista. Per lui si è resa necessaria la custodia in carcere in quanto avrebbe messo in atto diverse condotte finalizzate a inquinare le prove e reiterare il reato.

Al momento i sigilli, dunque, sono stati apposti su alcuni beni immobili in Monza-Brianza e Cagliari, che in precedenza lo stesso aveva cercato di mettere al riparo dal Fisco mediante la creazione di uno schermo societario inglese, nel tentativo di impedire che i
beni fossero aggredibili dalla futura e certa pretesa dell’Erario.  L’attività di indagine, in corso da oltre un anno, ha portato, ad oggi, all’esecuzione di 31 perquisizioni in Lombardia, Trentino, Liguria e Lazio, alla denuncia di 30 soggetti per reati fiscali ed alla scoperta di un giro di fatture false per un imponibile di circa 8 milioni di euro ed IVA evasa per circa 1.400.000 €. A confermare le accuse al commercialista e alle due dipendenti sono alcuni degli imprenditori coinvolti che hanno ammesso di essersi serviti del sistema di evasione fiscale del commercialista.

Il procuratore capo Gianluigi Fontana e il sostituto Nadia Calcaterra si sono complimentati con la Guardia di Finanza per come hanno condotto le indagini: «Un plauso va in particolare al comandante provinciale Antonio Morelli che ha spinto perchè questa indagine venisse portata a termine, al tenente Veronà della tenenza di Saronno al maresciallo Lomuscio e al tenente Carlo Della Gatta che ha avuto un ruolo fondamentale» – hanno dichiarato i due magistrati.

Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 27 Maggio 2014
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