Macchinari caldi, riprende la produzione alla Riva Acciaio
Il gazebo di protesta fuori dallo stabilimento di via Bergamo è stato smontato e sono entrate le prime squadre di lavoratori: "Il lavoro c'è, era assurdo bloccare la produzione. Bene così"
Il gazebo è stato smontato, gli operai hanno scaldato le macchine e questa mattina, lunedì 30 settembre, è ripresa la produzione alla Riva Acciaio, dove per 15 giorni 168 operai hanno protestato contro il sequestro preventivo dello stabilimento ordinato dalla magistratura di Taranto. Provvedimento che ha colpito tutte le aziende Riva perchè fanno parte della stessa proprietà della Illva. Venerdì, dopo le proteste di 1.500 operai su tutto il territorio nazionale, è stato raggiunto l’accordo tra la proprietà, la magistratura e le banche, con lo sblocco della produzione. L’indignazione degli operai era soprattutto dovuta al fatto che il lavoro c’era, anche per mesi, e che il sequestro preventivo era un paradosso per un in’Itlaia già in forte crisi.
Sabato pomeriggio c’è stata la riunione sindacale in cui sono stati comunicati ai lavoratori i contenuti dell’accordo. Subito dopo il gazebo fuori dallo stabilimento è stato smontato. La protesta è ufficialmente finita. Alcuni dipendenti sono entrati per "scaldare" i macchinari, in previsione della ripresa del lavoro di lunedì.
Questa mattina alle 7.30 sono entrate le prime squadre: «Il morale degli operai era decisamente diverso, anche se ci sono ancora molti nodi da sciogliere – spiega Giovanni Tonelli della Fiom Cgil -. C’è un inizio di ripresa alla normalità, ora dovremo vigilare perchè gli accordi vengano rispettati e non si rischino altri blocchi della produzione. Sicuramente il clima è diverso e c’è maggiore speranza. Il tempo era un fattore importante e aspettare troppo a prendere una decisione di questo tipo avrebbe significato perdere commesse preziose, con conseguente impoverimento dell’azienda».
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