Venerdì il decreto salva Riva in Consiglio dei Ministri
Pronta la bozza che permetterebbe la ripresa della produzione anche nell’acciaieria di Caronno Pertusella, grazie alla nomina di un sub-commissario
Potrebbe essere varato venerdì il decreto per permettere all’acciaieria Riva di riprendere la produzione. A comunicarlo è direttamente il ministro Zanonato in una nota diffusa dall’agenzia Ansa. «Se avviene un sequestro deve avvenire tutelando l’attività produttiva» spiega il ministro riferendosi al fatto che la Riva è legata alla Ilva di Taranto dalla stessa proprietà e i magistrati lo scorso 13 settembre hanno avviato un sequestro preventivo dell’acciaieria che ha 1.500 operai in tutta italia, di cui 168 nella sede di Caronno Pertusella. Il problema è che la Riva non aveva problemi di lavoro, aveva ordini per i prossimi mesi anche a livello internazionale. Un sequestro di questo tipo ha bloccato la produzione con gli operai e i sindacati che hanno denunciato questo paradosso.
Il decreto del ministero sarebbe quindi quasi pronto e potrebbe essere votato dal consiglio dei ministri nella giornata di venerdì. Cosa contiene il decreto come soluzione tecnica? Che il commissariamento dell’Ilva sia esteso alle "controllate o collegate", con l’eventuale nomina di fino a tre sub-commissari. Questo potrebbe sbloccare il fermo della produzione, grazie alla nomina di un sub-commissario con consentirebbe l’utilizzo e la gestione di beni, azioni e liquidità sotto sequestro preventivo.
Su questa soluzione, o meglio sui tempi di attuazione, si scaglia la Cgil: «L’annuncio di un probabile varo del decreto venerdì è l’ennesimo inaccettabile rinvio. Siamo il Paese dei balocchi, non certo dell’industria. Occorre un intervento assolutamente urgente, i tempi della politica non corrispondono alle esigenze del lavoro: ogni giorno che passa queste aziende perdono posizioni sul mercato – afferma Nicola Alberta, segretario generale Fim Lombardia -. Bisogna agire per conservare valore ad attività produttive assolutamente di qualità, che possono vantare centinaia di ordini in attesa di essere evasi. Chiediamo un’assunzione piena di responsabilità da parte di tutti i soggetti coinvolti: l’azienda deve consentire la riapertura degli impianti, il governo deve varare al più presto il decreto annunciato».
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