Da mesi perseguitava la sua ex, non poteva avvicinarsi a lei come intimato dal giudice, ma non è riuscito a starle lontano, fino a minacciarla di morte sottocasa. Questo è bastato per far scattare le manette a un uomo di 34 anni che è stato arrestato in esecuzione, per la prima volta in città, della legge contro il femminicidio, che prevede l’arresto immediato se il responsabile viene colto in flagranza di reato. Prima sarebbe solo stato allontanato, ora con la nuova legge, l’uomo dovrà rimanere in carcere a Busto Arsizio in attesa di giudizio.

Ma andiamo con ordine. Tutto è iniziato nel mese di aprile quando è terminata la relazione, durata qualche mese, che legava l’uomo a una donna di Saronno, una 36enne con due bambini piccoli. Il 34enne, un lavoratore edile di origine rumena, ha iniziato a tempestare la donna di telefonate e messaggi, fino a presentarsi a casa di lei ogni giorno, ubriaco. Questo ha aumentato lo stato di paura e angoscia della donna che a causa di questi comportamenti ha dovuto cambiare le sue abitudini, oltre a dover spiegare ai figli la pericolosità della situazione. Lei ha quindi sporto denuncia ai carabinieri, ma la questione è peggiorata con l’uomo che si è presentato a casa in agosto, lanciando sassi contro alla finestra e ferendo l’ex fidanzata a una mano. Questo, accaduto quando non era ancora in vigore il decreto contro il femminicidio, ha portato il giudice ad emettere l’allontanamento dell’uomo dai luoghi frequentati dalla donna. 


La situazione è però ulteriormente peggiorata: sono proseguite le telefonate, i messaggi, le intimidazioni, fino allo scorso 21 settembre, quando il 34enne si è presentato ancora a casa di lei. Altre minacce di morte, anche rivolte ai figli. La donna ha chiamato ancora i carabinieri che sono subito arrivati sul posto, trovando ancora l’uomo che inveisce. Dal momento che nel frattempo è entrata in vigore la legge contro il femminicidio, il 34enne è stato arrestato in flagranza di reato e portato subito in carcere. Dovrà rispondere di atti persecutori, minacce, stalking, lesioni; il tutto aggravato dal fatto di non aver rispettato l’allontanamento inizialmente previsto dal giudice.