“Caro Papa Francesco, intercedi per gli operai della Riva Acciaio”
Adriana Paladino è la moglie di uno dei 168 operai della ditta chiusa dalla magistratura nonostante avesse commesse per i prossimi anni. Ha scritto al santo Padre: “Aiutaci a venirne fuori con le tue preghiere"
«Caro Papa Francesco, colei che ti sta scrivendo è Adriana, una persona disperata come tanti tuoi figli che stanno perdendo o che hanno già perso il lavoro (prima necessità nella vita oltre alla salute e alla fede). Una madre, moglie di un operaio che lavorava fino a pochi giorni fa e che spera di riprendere ancora a lavorare nella sua ditta, la Riva Acciaio di Caronno Pertusella».
Adriana Paladino è la moglie di uno dei 168 operai dell’azienda di via Bergamo, uno dei 1.500 dipendenti dei 7 stabilimenti della Riva Acciaio su tutto il territorio nazionale. Dopo la drammatica notizia che il Consiglio dei ministri di venerdì scorso che non ha approvato il decreto che avrebbe permesso di sbloccare i beni sequestrati alla ditta, Adriana ha deciso di prendere carta e penna e chiedere sostegno a Papa Francesco.
Nella missiva, la donna racconta che la Riva è «una ditta che ci fa campare da 25 anni; ditta che ci permette di sposarci e di avere dei figli Isidoro 18 anni inoccupato diplomato in cerca di un lavoro che non c’è, e di Alessia di 11 anni con mille sogni, con tanta voglia di studiare e di vivere con la sua adolescenza andando tutte le domeniche a Messa anche come chierichetto».
Ed ecco cosa è successo nei giorni scorsi, raccontato da Adriana al Papa: «Ma il giorno 12 settembre 2013, un giorno pieno di sole, di quel sole che ci fa stare bene e ci riscalda, finisce nel buio completo senza via di uscita: finisce il lavoro (fonte di dignità di un uomo); tutto si ferma, perché? Non perché non c’è il lavoro, ma perché i giudici decidono di sequestrare 7 stabilimenti della Riva Acciaio facendo della loro giustizia un’ingiustizia a scapito dei poveri operai disperati, circa 1500 esseri umani che hanno voglia di lavorare onestamente senza intrighi e scalpori».
Ed ecco l’appello: «Papa Francesco, Tu che sei buono, che ogni giorno vedi tante sofferenze, ti preso umilmente di intercedere per noi; da piccola i miei genitori mi dicevano sempre, oltre ad amare, di aiutare il prossimo tuo come te stesso, io lo faccio tutti i giorni, come posso. Aiutaci a venirne fuori con le tue preghiere e come tu sai fare con le Tue parole che arrivano al cuore di chi non ascolta o non vuole ascoltare. Un grazie di cuore e un forte abbraccio».
Intanto, la lotta dei lavoratori, che a Caronno Pertusella sono in presidio permanente da una settimana, riprende anche lunedì mattina, davanti ai cancelli della Prefettura per un incontro con il Prefetto di Varese.
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