Riva Acciaio, Fim Cisl: “La priorità è far ripartire il lavoro”
La nota diffusa dal Coordinamento nazionale a seguito del blocco delle attività deciso dall'azienda dopo il sequestro dei beni della famiglia Riva
Il Coordinamento Nazionale Fim Cisl del Gruppo Riva Acciaio, dopo il blocco delle attività deciso dall’azienda a seguito del sequestro dei beni della famiglia Riva da parte della magistratura, denuncia in una nota «la gravità della situazione che si è determinata nel Gruppo Riva Acciaio, nell’indotto e nell’economia dei territori dove sono collocati gli stabilimenti. Tale situazione sta mettendo a rischio la sicurezza occupazionale e salariale di migliaia di famiglie e sta indebolendo fortemente l’economia di questi territori. I lavoratori – prosegue il comunicato – non vogliono essere utilizzati come ostaggio in uno scontro tra azienda e magistratura, di cui non sono responsabili, e sin da subito come Fim-Cisl abbiamo diffidato l’azienda dall’attuare azioni unilaterali come la “messa in libertà” e la serrata che è stata avviata dallo scorso giovedì 13 settembre». Dal 25 maggio, dopo la prima confisca, la Fim Cisl aveva chiesto di mettere al riparo gli stabilimenti Riva Acciaio da effetti che ne avrebbero determinato il fermo produttivo.
«Riteniamo che il Commissariamento sia l’extrema ratio, e che rischia, in questa fase di rappresentare una scorciatoia dannosa e inefficace. Chiediamo al Ministro e al Governo di adottare i provvedimenti normativi che garantiscano l’immediata ripresa del lavoro, che siano giuridicamente efficaci e assicurino la loro tenuta nel tempo. Constatiamo con preoccupazione che anche l’Ilva, seppur commissariata, rischia di bloccarsi nuovamente perché non viene ancora messa in grado di operare pienamente dal punto di vista industriale. Senza certezze giuridiche sulle norme, che definiscano i rapporti produttivi con le aziende controllate e consentano loro di operare, e senza un diverso dialogo tra i poteri dello Stato e la magistratura, e soprattutto riportando al rigoroso rispetto della legge e ad un comportamento costruttivo la famiglia Riva, ogni soluzione rischia di essere un tampone in una falla che si allarga e che invece va al più presto chiusa. Occorre che il lavoro e l’occupazione tornino al centro dell’attenzione di tutti, e che le scelte dell’azienda, del governo, della magistratura, lo valorizzino e non lo distruggano. Su questi obiettivi sono in corso pressanti iniziative di mobilitazione in tutti gli stabilimenti, che chiediamo culminino in una grande manifestazione dei lavoratori di tutto il Gruppo Riva Acciaio e delle aziende».
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