Il cellulare di Luciano Porro, sindaco di Saronno si è illuminato ieri sera, sabato 3 agosto, poco prima che si sedesse a tavola. Doveva essere un momento di gioia e condivisione: era invitato alla cena della comunità islamica cittadina per festeggiare la fine del Ramadan.
Invece la chiamata di un suo assessore che lo informava sui fatti di corso Italia ha trasformato quei minuti in un frangente terribile per la comunità di Saronno, con parenti e amici di una donna morta ammazzata nella sua attività sconvolti, e da consolare.
«Di fronte a fatti come questi non c’è molto da dire – afferma il sindaco Porro a Varesenews – . Purtroppo la violenza è diventata una variabile con cui convivere. Già i fatti di cronaca del mese scorso mi hanno profondamente turbato, con una collega stimata che ha perso la vita. Poi i fatti di ieri sera». No, non conosceva la signora Mariangela Granomelli, il sindaco. Ma ha parlato con molte persone che invece avevano un rapporto di amicizia e di parentela con la donna. Oggi sono increduli e sgomenti.
«Come incredule e sgomente sono le persone con cui ho parlato questa mattina, incontrate per strada mentre andavo a Messa – spiega Porro – . Sull’accaduto non posso dire nulla, se non che costituisce senza dubbio un fatto anomalo, dal momento che mi è stato confermato dalla polizia locale che non è stato portato via nulla o quasi dal negozio, quindi si parla di omicidio». «Ma quello che mi lascia davvero senza parole – conclude il sindaco – sta nella netta sensazione di uno scivolamento della morale, nella perdita della sacralità della vita umana che sempre più spesso i fatti di cronaca in questi tempi ci dimostrano».