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Evasione fiscale da un milione di euro, nei guai un imprenditore

Operazione internazionale della Guardia di Finanza: nei guai ditta di aspirapolveri che aveva realizzato e venduto uno spot pubblicitario mai andato in onda, oltre a fatturare brevetti vecchi di tre anni

Avevano realizzato un spot televisivo internazionale che non era mai andato in onda, oltre ad aver fatturato brevetti vecchi, già utilizzati in passato. Il tutto per pagare meno tasse e trasferire soldi all’estero. Protagonista della vicenda un’azienda di Gorla Minore che produce aspirapolveri e che è finita nel mirino della Guardia Finanza di Saronno, la quale ha condotto un’operazione internazionale che, tra perquisizioni, verifiche, utilizzo di tecnici informatici, è durata oltre sei mesi. Il tutto portando alla denuncia di un noto imprenditore di Gorla, rappresentante legale dell’azienda, con l’accusa di aver commesso un reato tributario per “utilizzo di fatture per operazioni inesistenti”, per un evasione totale di un milione di euro.

La verifica iniziata dalla Guardia di Finanza di Saronno nei mesi scorsi aveva messo in luce alcune irregolarità con un fornitore polacco; i finanzieri hanno voluto quindi approfondire tutti quei costi che l’imprenditore sosteneva di aver effettuato tramite due società Inglesi per la realizzazione e messa in onda sulle reti televisive del Nord Europa di spot pubblicitari e per progettazioni di apparecchiature brevettate in Italia. I finanzieri, guidati dal comandante Della Gatta, si sono insospettiti quando hanno scoperto che le due società inglesi avevano come attività dichiarata la commercializzazione di prodotti informatici l’una ed alimentari l’altra. Le indagini hanno poi portato alla luce che i progetti delle apparecchiature erano già stati realizzati in Italia tre anni prima e che lo spot pubblicitario (che era stato realizzato tra le sponde del lago di Lecco e la Svizzera) non era mai andato in onda su alcuna emittente televisiva, e che quindi i “costi” dichiarati dall’imprenditore (circa 500mila euro) sarebbero fasulli.

«Le fittizie operazioni commerciali – spiegano dalla Guardia di Finanza -, oltre che per evadere le imposte, presumibilmente potrebbero essere state utili anche per consentire il trasferimento delle ingenti somme di denaro nel Regno Unito, che, sotto forma di falsi pagamenti per servizi mai resi dalle due società inglesi, sarebbero rimaste nella disponibilità dello stesso imprenditore». L’operazione ha visto l’interessamento e la collaborazione dell’ufficio antifrode del Regno Unito, che ha appurato il mancato pagamento delle imposte anche all’estero da parte delle due società inglesi.

Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 14 Giugno 2012
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