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Un gioco che, quando riesce, è poesia

Alla Galleria Il Chiostro in mostra le opere poetiche di Fausto Melotti

Certo il momento attuale non è dei più indicati per tuffarsi in un quotidiano diverso come invece sollecita l’esposizione che la Galleria IL CHIOSTRO, di Saronno, ha allestito in omaggio a Fausto Melotti. E non solo perché l’invito può apparire una fuga dal reale che ci incalza, semplicemente perché la mostra ci immerge in un’altra possibilità, ci regala una diversa visione del quotidiano.
Una possibilità finalmente non fatta di urla, non sommersa dai drammi e dalle tensioni del momento, ma che si apre in una dimensione di infinita leggerezza, di misurata armonia.
Non poteva non essere che così quando la dimensione dell’arte è sempre stata  sorretta da una consapevolezza compositiva e di pensiero che ha fatto dell’autore un punto di riferimento ai tanti scultori del novecento.
Per Melotti “…L’arte è stato d’animo angelico, geometrico. Essa si rivolge all’intelletto, non ai sensi. Per questo è priva di importanza la pennellata in pittura e in scultura la modellazione….non la modellazione ha importanza, ma la modulazione. Non è un gioco di parole: modellazione viene da modello = natura = disordine; modulazione da modulo = canone = ordine……nel divertimento delle parti non piani correttamente giustapposti e palesi (modellazione ) ma piani che, giocando tra loro, danno vita a piani immaginari. Un gioco che, quando riesce è poesia.”
Dichiarazione di poetica certamente lontana dalle tradizionali nozioni che hanno caratterizzato, in arte, l’idea di naturalismo in tanta parte del novecento. Per Fausto Melotti,  la costante di tutta la sua ricerca artistica è data dalle regole della geometria e da quei principi di razionalità capaci di giocare in contrapposizione dialettica con le regole compositive.
Una scultura, la sua, che nel gioco alternato, dei pieni e dei vuoti, costruisce una sorte di  contrappunti musicali e mette, in bella evidenza, una  presenza plastica continuamente evocata dalla sua stessa costruzione virtuale. Una progettazione fatta d’ordine e armonia anche grazie alla dimensione architettonica che è parte integrante del complesso iter plastico.
Segni, tracce di un passaggio non solo mentale ma che occupa, indaga, lo stesso spazio di relazione che acciaio, ferro, legno, ottone, terracotta, tessuto costruiscono in una sintesi armonica e in diretto contatto con la componente progettuale del lavoro stesso.
Una ricerca che si è sviluppata in ambito antinaturalistico dove la geometria con le sue regole è stata la padrona assoluta. Collocando l’autore nel campo astratto anche se, a partire dai suoi Teatrini, nella serie delle Torri di Babele,  in quella degli Alfabeti, dei Viaggi o ai lavori che evocano le Stagioni e gli Astri frammenti di figuratività continuano ad essere presenti.
Anche il disegno, i lavori su carta, messi in mostra, sottolineano un’unicità di visione e allo steso tempo permettono di visualizzare il continuo processo di smaterializzazione compiuto da Melotti nella sua diversificata ricerca.
Sculture in cui i segni, nel sottile gioco delle  linee, sanno costruire immagini, propongono quelle modularità che caratterizzano le successive ricerche plastiche, in una complessa ma sempre armonica oggettivazione  del reale, come nell’opera “Di Seguito” del 1973 o nella “Foresta” del 1971, che è la singolarità del suo intero percorso progettuale.
Cio’ che più conta per Fausto Melotti è la continuità, la costanza del suo metodo espressivo, anche quando si avvale delle diverse tecniche, e qui, l’esposizione offre disegni, acquarelli ceramiche, piani plastici, di notevole delicatezza e leggerezza che fanno da giusto contrappunto all’incipit del catalogo dove l’autore ci suggerisce: “….Stupido amore della materia. L’arte non nasce plasmata o forgiata o compressa sotto vuoto; come Minerva nasce dal cervello. Molte opere d’arte conclamate si rivelano nate da un’idea artigianale, tutta prevedibile. Un muro invalicabile, il muro della poesia preclude la cittadella dell’arte. Li dentro le idee passeggiano nude….” (da Linee . F. Melotti 1975) 

FAUSTO    MELOTTI
Ritmi d’Ottone e Fragili Terre
A cura di Sara Fontana e Chiara Gatti
20 maggio – 20 giugno 2012
Galleria il  CHIOSTRO  Arte  Contemporanea
Viale del Santuario 11
21047  SARONNO  (VA)
Tel: 02-9622717  fax 02-91708934
info@ilchiostroarte.it

Redazione Saronnonews
saronnonews@gmail.com
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Pubblicato il 08 Giugno 2012
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