Anche la Regione vuole salvare il tribunale di Saronno
Approvata la mozione dei consiglieri regionali Azzi e Puricelli contro la chiusura dell’ufficio del giudice di pace, proponendo di favorire l’accorpamento tra comuni della zona
«Tutelare il presidio giudiziario di Saronno data la posizione strategica della città». È stata approvata, durante la seduta di Consiglio regionale di martedì, una mozione urgente, presentata dai consiglieri regionali Rienzo Azzi e Giorgio Puricelli, che ha l’obiettivo di tutelare il presidio giudiziario della città di Saronno a fronte della possibilità di ridurli a seguito dell’approvazione della Legge delega 148/2011.
La mozione, chiede alla Giunta regionale di intervenire nei modi e nelle sedi opportune affinché alla competenza della sezione distaccata del tribunale e all’Ufficio del Giudice di pace di Saronno, sia restituita integrità territoriale accorpando i territori, ancorché appartenenti ad altre province e ad intervenire presso il Governo, per far si che il presidio di Saronno non rientri nel numero di quelli da ridurre.
«Saronno – spiega il saronnese Azzi – rappresenta storicamente il baricentro dei flussi sociali, industriali e commerciali di una ben più vasta area intercomunale posta a cavallo tra le quattro province di Varese, Milano, Monza e Como, rendendola il secondo snodo ferroviario dopo Milano. Viene da sé pensare a quanto risulti importante e strategica l’esistenza del presidio giudiziario sul territorio, per il vasto bacino d’utenza e per gli atti amministrativi e giudiziari che altrimenti peserebbero sulla struttura del tribunale di Busto Arsizio».
Sulla stessa linea anche Puricelli: «Ritengo che la riorganizzazione degli uffici giudiziari sia quanto mai opportuna e indispensabile per ridurre inutili sprechi, a condizione però che, insieme alle strutture obsolete, non vengano eliminate anche realtà assolutamente necessarie ed essenziali come quelle di Saronno che, funzionano con efficienza, rendono un valido servizio alla comunità locale e collaborano attivamente con le Forze dell’ordine nella difficile opera di contrasto alla criminalità».
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