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“Proseguire il percorso per l’acqua bene comune”

Appello del comitato saronnese a tutti i venti comuni che fanno parte del comprensorio “per la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato”

Il Comitato del saronnese per l’Acqua Bene Comune, interpretando la volontà popolare espressa con il referendum del 12 e 13 giugno e aderendo alle campagne nazionali per l’immediata attuazione dei quesiti referendari, invita i Comuni, le associazioni e i cittadini della Provincia di Varese ad aderire all’Appello per l’acqua pubblica in Lombardia promosso dal Coordinamento Regionale Lombardo dei Comitati per l’Acqua Pubblica (vedi allegato).
La Provincia di Varese, tra le prime in tutta la Lombardia, ha infatti già attuato la soppressione delle Autorità d’Ambito Territoriale – A.ATO e la costituzione dell’Azienda Speciale denominata “Ufficio d’Ambito” con delibera P.V. n° 17 del 29/03/2011 (con Statuto poi modificato con delibera P.V. N. 37 del 19/7/2011), in applicazione della L.R. 21 del 27/12/2010 (che modifica la L.R. 26 del 12/12/2003), che contestiamo nel metodo e nel merito.

Nella consapevolezza che la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato non possa fondarsi esclusivamente sull’affermazione di valori e principi politico-ideali ma che la sua riorganizzazione debba procedere nella concretezza di bacini ecologicamente individuati nei diversi territori, nell’interesse generale, con un percorso pubblico e partecipativo, riteniamo importante aprire un dibattito anche sul territorio della nostra Provincia, a partire dalle esperienze già attivate in numerose città europee (come Parigi) ma anche italiane, come il Comune di Napoli, dove è in atto un processo di ripubblicizzazione della Arin S.p.A. comunale in un’azienda speciale di diritto pubblico (la ABC Napoli) non solo per il “governo” del servizio idrico integrato ma per la sua gestione, che si sancisce pubblica e partecipata (si rinvia al relativo Statuto e delibere di Giunta e Consiliari).

Per questo chiediamo che in ogni Comune si voglia da subito attuare quanto dovuto secondo la sovranità attribuita dalla legge in quanto “ente locale che rappresenta la propria comunità, ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo” (art. 3 c. 2 TUEL), per contrastare l’attuazione della L.R. 21/2010 (che modifica la L.R. 26/2003) con l’esproprio della titolarità dei Comuni nel governo e nella gestione dei servizi idrici: l’adozione delle necessarie modifiche statutarie per la “salvaguardia” del bene comune acqua quale “servizio di interesse pubblico generale privo di rilevanza economica” e della sua gestione al di fuori del mercato e della concorrenza secondo principi di equità e solidarietà, attraverso soggetti di diritto pubblico e partecipati dalla cittadinanza; un dibattito trasparente e partecipativo con la cittadinanza attraverso la convocazione di Consigli Comunali aperti in merito alla riorganizzazione in essere del servizio idrico integrato e le sue ripercussioni a livello locale.

Il Comitato del saronnese per l’Acqua Bene Comune ritiene che un percorso realmente pubblico e partecipato della gestione del “bene comune” acqua possa concretizzarsi. E che ciò dipende in primo luogo dalla volontà politica, dalle scelte e dal coraggio di intraprendere nuove strade tracciate già dai Padri costituenti, come si può leggere nell’art. 43 della nostra Costituzione, che qui si vuole ricordare: “A fini di utilità generale la legge può riservare originariamente o trasferire, mediante espropriazione e salvo indennizzo, allo Stato, ad enti pubblici o a comunità di lavoratori o di utenti, determinate imprese o categorie di imprese, che si riferiscano a servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazioni di monopolio ed abbiano carattere di preminente interesse generale.”

Perché, ribadiamo, si scrive acqua ma si legge democrazia. 

Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 17 Novembre 2011
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