Ims: “La nostra è una lotta per la dignità di tutti i lavoratori”
Molti dipendenti di ditte del territorio hanno partecipato all’assemblea pubblica dei dipendenti della Ims: “La malgestione la paghiamo sempre noi, non è giusto”. Nuovi risultati: venerdì incontro con il Prefetto e tavolo in Regione con i clienti dell’azienda
Un’altra giornata intensa per i lavoratori di Caronno Pertusella che sono fermamente intenzionati a non far cessare la voce della protesta. Giovedì mattina, i dipendenti della fabbrica di cd e dvd , hanno infatti organizzato, nella sala teatrale in centro a Caronno Pertusella, un’assemblea pubblica aperta a tutte le ditte della zona che sono in crisi o che potrebbero esserlo da un momento all’altro. Circa un centinaio di persone hanno così partecipato al dibattito con rappresentanti dei lavoratori da diverse aziende del territorio: 3C, Agesp, Hupac, Armostrong, Iselfa, persino l’Arzana del comasco, e molte altre piccole realtà.
Tutti presenti per sottolineare la propria vicinanza ai lavoratori, come hanno evidenziato le diverse testimonianze sul palco. Ma soprattutto per portare un messaggio chiaro: «Non mollate, proseguite in questa lotta che è anche la nostra, tutti ci potremmo trovare nella vostra situazione».
I lavoratori dell’Ims non hanno alcuna intenzione di lasciare andare la presa. Già venerdì sarà una giornata molto intensa: alle 9.30 i sindacati e la proprietà incontreranno il Prefetto di Varese, mentre alle 12 è stato organizzato il tavolo in Regione, a cui parteciperanno anche molti clienti dell’Ims, intenzionati, forse, a fare come la Emi. Quest’ultima ha infatti siglato un primo accordo con cui pagherà direttamente i lavoratori, senza passare dalla proprietà, per svuotare il magazzino. «È un accordo storico – ha spiegato dal palco Antonio Ferrari dei Cobas -. In cui i lavoratori non vengono pagati dopo che hanno lavorato. Per raggiungere questo successo sono state necessarie la forza e la determinazione dei lavoratori. Hanno bloccato l’azienda, si sono autorganizzati, hanno gestito la situaizione di emergenza e soprattutto hanno dimostrato che insieme si può vincere. Adesso abbiamo ottenuto che vengano pagati dei soldi dovuti, il prossimo obiettivo è mantenere in vita la fabbrica».
A spiegare il perchè dell’assemblea è stata Enza, magazziniere: «Abbiamo voluto promuovere questa assemblea per confrontarci con altri lavoratori che vivono nell’incertezza. Noi crediamo valga la pena lottare per riprenderci i nostri diritti, diritti che ci stanno facendo perdere. Dobbiamo riprenderci la nostra dignità». Quest’ultima è proprio la frase scritta sullo striscione sul palco e che riassume il perchè della lotta dei lavoratori: «A maggio l’azienda andava bene, a momenti non potevamo nemmeno prendere le ferie. A luglio i licenziamenti. Non è possibile far sempre pagare ai lavoratori la malgestione delle proprietà. Ci dobbiamo ribellare. Sono loro che devono pagare».
Il lavoratore della Ims, Luigi Maiochi, ha voluto ringraziare tutti coloro che hanno espresso solidarietà o sostenuto il presidio in qualche maniera. Dai bar del paese, alle singole persone che portano la spesa ai manifestanti, alla carrozzerie che fornisce l’energia elettrica, fino ad arrivare agli Alpini che hanno dato la maxi-tenda, al comune e tutte le associazioni che a diverso titolo aiutano i lavoratori.
Proprio dal palco Ferrari ha poi letto la notizia arrivata dall’Atm di Milano: i lavoratori hanno deciso di destinare il fondo della cassa di resistenza, circa 4mila euro, a tre aziende del territorio che stanno lottando, tra cui la Ims. Nei prossimi giorni sarà quindi consegnato un assegno di oltre mille euro ai lavoratori. Un altro aiuto per coloro che stanno lottando, non solo per il posto di lavoro «ma per la nostra dignità».
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