Ims: prosegue il blocco, passano i big della politica
Attesa per un nuovo incontro tra sindacati e proprietà. Intanto al presidio permanente visite dell'europarlametare Lara Comi e dell'onorevole Daniele Marantelli
Ore di attesa all’Ims per un nuovo incontro tra i sindacati e la proprietà. Dopo il nulla di fatto di venerdì scorso, in seguito al quale è emersa l’impossibilità dell’azienda a pagare gli stipendi di ottobre e il conseguente nuovo blocco della fabbrica da parte dei lavoratori, è prevista una continuazione della trattativa. Durante gli incontri, richiamati dai sindacati era arrivata anche la Emi, una delle tre maggiori case discografiche (insieme a Universal e Mondo) che avevano le commissioni più importanti per la Ims. Questa non è entrata nella trattativa, come hanno specificato in un comunicato, ma come parte “danneggiata”.
Nel frattempo i lavoratori della Ims hanno nuovamente bloccato l’azienda e alcuni “big” della politica hanno fatto visita ai dipendenti. Dopo l’europarlamentare del Popolo delle libertà, Lara Comi, lunedì mattina è toccato al deputato del Partito Democratico, Daniele Marantelli. Quest’ultimo ha ascoltato i lavoratori e ha promesso loro un intervento diretto per rinnovare al prefetto di Varese la loro richiesta di convocare un incontro con la proprietà alla sua presenza: «Conosco bene il Prefetto – spiega Marantelli – e mi farò portavoce di questa richiesta».
Sulle situazione generale dell’azienda e dei 130 dipendenti l’onorevole ha spiega però di non poter fare molto: «Da quello che ho potuto vedere fino a oggi, mi sembra che l’azienda non sia in difficoltà per una crisi del settore, ma ci deve essere stato qualche comportato non proprio esemplare da parte di chi aveva il compito di guidare la Ims. Il portafiglio clienti di questa ditta non mi sembra una cosa di piccola. Passare alla chiusura senza magari un ridimensionamento sembra molto strano, quasi sorprendente».
Per il futuro Maratenlli ha ricordato ai lavoratori che esistono diverse possibilità: «L’ultima cosa che può fare chi rappresenta le istituzioni è fare miracoli. Oggi, comunque, ci sono alcune cose che si possono fare: la prima è verificare in maniera rigorosa se c’è una cordata interessata prendere in mano l’azienda; la seconda è se esiste la possibilità e la volontà per avviare una cooperativa di lavoratori che prenda in mano un ramo aziendale, come accaduto in altre parti d’Italia. Naturalmente è importante che tutte le istituzioni, Comune, Provincia e Regioni, si attivino per tutta la ricerca di possibili soluzioni».
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