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“Oltre 1.300 case sfitte in città”

I giovani del centro sociale diffondono i dati di una loro indagine e considerano “giusto” chi in difficoltà potrebbe occupare le case non abitate

La sede occupata del Telos di Saronno«La speculazione edilizia da tempo anche a Saronno ha raggiunto un livello insostenibile, sia
nel settore privato sia in quello pubblico». Parole dure contenute in un comunicato che hanno distribuito i giovani del centro sociale Telos e in cui diffondono i dati di una loro ricognizione: «Una nostra indagine effettuata nei mesi passati a Saronno ha evidenziato che esistono circa
mille e trecento abitazioni vuote in città, spesso lasciate al degrado o rimaste sfitte per
volontà degli stessi proprietari. Questo mentre sono molte le persone che sono senza casa o
che non possono permettersi di pagare gli altissimi prezzi raggiunti dagli affitti saronnesi
e mentre le graduatorie per le case popolari sono sempre più lunghe. Questo scenario non è
dissimile da quello di moltissime altre città italiane e c’è da aspettarsi che, con la crisi e la
disoccupazione che avanzano, saranno sempre di più le persone in questa situazione».
 
«Di fronte ad una situazione di questo tipo sembra ridicolo soffermarsi sulla dicotomia tra ciò
che è considerato “legale” e tra ciò che è considerato “illegale” – proseguono dal Telos -. Non è possibile, infatti, che vi siano individui ed intere famiglie che quotidianamente si affannano per pagare un affitto per loro economicamente insostenibile, o che sono costrette a vivere dove non vorrebbero (in stabili fatiscenti così come in appoggio a parenti o conoscenti). Non è concepibile che pochi individui speculino, che facciano affari sfruttando un bisogno primario, che si arricchiscano alle spalle di moltissimi, permettendosi di lasciare troppe persone lungo una strada ed un’infinita colata di cemento alla proprie spalle. La riappropriazione di case sfitte non è una pratica che possa essere liquidata semplicemente in quanto illegale. Essendo la casa un diritto inalienabile, si tratta piuttosto di una questione che riguarda la possibilità di avere un’esistenza dignitosa, anche per non ha abbastanza soldi, o magari le conoscenze giuste negli ambienti giusti. La nostra vita non è una merce di scambio. Noi siamo solidali e complici con tutti coloro che, non essendo nella possibilità di avere una casa attraverso i mezzi consueti, decide di agire in prima persona per risolvere il proprio problema abitativo, andando ad abitare in una delle tante, troppe case che ad oggi rimangono sfitte».

Redazione Saronnonews
saronnonews@gmail.com
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Pubblicato il 17 Dicembre 2010
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