Saronno Servizi, discussioni “calde” per il nuovo consiglio
Attesa per la nomina del nuovo cda in programma il 30 giugno. I membri dovrebbero rimanere cinque. Sul presidente il sindaco non ha ancora deciso
La Saronno Servizi continua a essere al centro della cronaca. Oltre alla questione del nuovo presidente (per cui i giochi sembrano essere ancora aperti), il 30 giugno dovrà essere nominato il nuovo consiglio di amministrazione, attualmente composto da cinque membri. Lo scorso anno, durante il suo primo mandato durato 15 giorni, il sindaco Porro aveva dichiarato di voler ridurre a tre il numero dei consiglieri, per tagliare i costi della politica. Nel frattempo, però il commissario prefettizio ha inserito nello statuto della società la possibilità di dare un consigliere ai comuni che hanno parte della Saronno Servizi, nonostante abbiano una quota inferiore al due per cento.
Ed ecco che nelle ultime ore il consigliere comunale di Unione Italiana, ed ex sindaco, Pierluigi Gilli ha presentato un’interrogazione di tre pagine al primo cittadino. Gilli chiede proprio delucidazioni su quanti saranno i consiglieri, se uno di essi sarà veramente «designato dai Comuni soci di minoranza, rappresentanti cumulativamente l’1,8% del capitale sociale; in caso positivo, quali siano le evidenti e convenienti ragioni tecniche, amministrative, economiche e gestionali che impongano al socio di maggioranza (98,2%) di preferire un Consigliere designato dai soci di minoranza (1,8%) ad un Consigliere designato dal Comune di Saronno».
«Da sempre le precedenti amministrazioni hanno occupato i posti senza aperture alle minoranze, tranne Focris e Scuole paritarie dove è prevista da statuto la presenza della minoranza – risponde il sindaco Porro -. E così sarà in futuro. Per la Saronno Servizi avevo proposto di ridurre da cinque a tre i consiglieri. Cosa che non si è attuata subito. Il commissario ha approvato uno statuto nuovo, lasciando la possibilità di nominare da tre a cinque consiglieri, con uno che spetti ai comuni esterni. È chiaro che, in questo caso, Gilli ha ragione: se nominiamo solo tre consiglieri, darne uno agli altri comuni sarebbe assurdo, avrebbe il 30 per cento di voti. Alla luce di ciò potrebbe essere logico lasciare cinque membri nel consiglio di amministrazione. Di cui agli altri comuni ne andrebbe uno e Saronno ne avrebbe quattro. Così sarebbe più riequilibrato. Darne un altro alla minoranza politica della città è fuori discussione, non è mai stato fatto prima e non avrebbe i giusti equilibri in consiglio. Sarà difficile».
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