“Non chiederò scusa. Io non affitterei a uno straniero”
Un comitato di cittadini ha fatto causa al Comune per l’invito dell’assessore Borghi a non dare la casa agli immigrati. Ieri il Giudice ha chiesto un chiarimento, ma lui non era presente
«Non chiederò scusa e a livello personale io non affitterei mai un appartamento a stranieri, regolari o irregolari che siano». Parole dell’assessore Cristiano Borghi che conferma la propria linea dopo l’udienza che si è svolta a Milano mercoledì pomeriggio, a cui non ha partecipato, e che segue la causa intentata da alcuni cittadini gerenzanesi. Cittadini che si sono uniti nel comitato Gerenzano Accoglie.
La causa è nata in seguito alla pubblicazione di un articolo sul giornalino del Comune, a firma di Borghi, in cui lo stesso invitata i cittadini a non affittare case agli stranieri. Durante l’udienza il giudice ha chiesto un chiarimento all’assessore e il Comitato si è detto disponibile a ritirare la denuncia in caso di scuse. Altrimenti la prossima seduta è già fissata per il 4 giugno.
«Devo ancora sentire gli avvocati – prosegue Borghi -. Abbiamo una riunione nel fine settimana. Ma posso dire che bisogna capire cosa si intende per rettifica. Se devo chiedere scusa, non se ne parla, quello che ho scritto non lo smentisco. Se scrivo una cosa ha dei fondamenti, non lo faccio tanto per scriverla. Se invece per rettifica si intende un chiarimento, posso dire spiegare meglio il mio pensiero, ovvero che voglio un paese più sicuro. Questa, per ora, è la mia posizione ufficiale».
Alla domanda se oggi, dopo tutto quello che è successo, Borghi ripeterebbe quell’invito ai cittadini, lui risponde che «nel momento in cui si affitta a uno straniero, poi non si può più far nulla. In paese ci sono anche immigrati che si comportano bene, ma sono tantissimi che si comportano male. La mia opinione è che non affitterei agli stranieri. Io do solo un consiglio ai miei cittadini: fidarsi è bene non fidarsi è meglio. Se io sono proprietario di un appartamento, prima lo ristrutturerei, renderei il paese più vivibile. Così non si creerebbero quei ghetti e situazioni di degrado che si sono visti in altre città».
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